Trovare casa, sostenere il costo di un affitto per avviare o riavviare un percorso di dignitosa autonomia è impresa sempre più difficile. E non parliamo di fasce della popolazione come immigrati o senza dimora per le quali avere un appartamento in cui vivere è purtroppo un autentico miraggio.
Il numero di persone e famiglie che faticano ad accedere ad un alloggio in affitto è in continuo aumento. Molteplici le cause: la crescita della percentuale di residenti che vivono in locazione, anziché in una casa di proprietà (erano il 17% nel 2010, ora superano il 25% e nei centri maggiori la percentuale è più alta); il boom degli affitti turistici anche nei centri maggiori; la richiesta da parte degli studenti universitari (a fronte di un’insufficiente disponibilità di posti negli studentati). Ma poi l’incremento dei costi, favorito dalla domanda crescente e dall’impennata dell’inflazione che negli ultimi due anni ha eroso pesantemente il potere d’acquisto di persone e famiglie (nel 2022 il tasso d’inflazione in Trentino ha raggiunto il 12,3%; nel 2023 il dato medio a fine agosto era del 7,9%, ma con un’incidenza sul carrello della spesa del 9%!). Ciò ha esteso la fascia della vulnerabilità, ossia della condizione di esposizione al rischio povertà, anche a fasce sociali che precedentemente vivevano condizioni di relativa tranquillità economica. In Italia e in Trentino si parla negli ultimi anni anche di povertà energetica con riferimento alla quota di popolazione che non è nelle condizioni di sostenere i costi di un idoneo approvvigionamento di energia (elettricità, gas…): nella nostra provincia sono oltre 60.000 persone, ben più del 10% della popolazione.
Itea non riesce a far fronte all’aumento della domanda di alloggio e al conseguente allungamento delle graduatorie; per di più si registrano numerose situazioni di alloggi Itea disponibili e non assegnati (apparentemente per ragioni procedurali) e circa un migliaio (!) di appartamenti in attesa di ristrutturazione. Molte persone peraltro sono escluse dall’opportunità di entrare nelle graduatorie Itea per l’edilizia pubblica perché le loro condizioni economiche non rientrano nei parametri previsti (ma risultano comunque insufficienti per trovare soluzioni sul mercato). E intanto crescono gli sfratti…
Un altro dato emblematico è stato reso pubblico recentemente da Openpolis che ha rilevato come in Trentino oltre 150.000 abitazioni siano sfitte o utilizzate solo saltuariamente, in parte a rischio degrado.
A fare le spese di questa critica situazione sono quindi famiglie in cui i percettori di reddito sono in prevalenza definibili working poor, ossia lavoratori la cui remunerazione (spesso sotto i 9€ l’ora o che devono garantire sostegno ad un nucleo con più componenti) non è sufficiente ad assicurare la copertura delle spese previste, a partire da quelle per l’alloggio.
Dall’altra parte pesante è anche l’esperienza delle nuove generazioni. Con occupazioni spesso precarie e mal retribuite, uscire dalla famiglia d’origine espone a costi elevatissimi e, in genere, ad un marcato peggioramento delle condizioni di vita. Se per alcuni ragazzi e ragazze già le motivazioni per avviare una vita autonoma sono, per varie ragioni di altra natura, deboli, la congiuntura economica sta frustrando pesantemente i percorsi di autonomia di tanti giovani ed erodendo il risparmio delle famiglie che cercano di sostenerli.
“Cercando casa” è il focus della Settimana dell’Accoglienza promossa per la nona edizione da Cnca. Evoca evidentemente, col richiamo alla casa, tante dimensioni – relazioni, comunità, ambiente, solidarietà -, ma vuole richiamare innanzitutto cittadinanza, servizi, istituzioni, politica a questa inderogabile sfida: il dare casa a tutti.
L’affermazione della dignità di persone e famiglie non può prescindere dal diritto ad una casa.
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