Il planetario del Museo di scienze e archeologia di Rovereto è stato dedicato all’astrofisica roveretana Angioletta Coradini. Un evento che è il culmine di un percorso avviato nel 2019 grazie a una collaborazione tra Istituto nazionale di astrofisica (Inaf), Comune di Rovereto e Fondazione museo civico di Rovereto.
Angioletta Coradini è una delle figure più rispettate e riconosciute nel campo delle scienze spaziali in Italia. Originaria di Rovereto, ha svolto gran parte della sua carriera di ricerca a Roma, dove ha contribuito in modo significativo agli studi sul sistema solare e alle missioni spaziali. È stata tra le prime (e pochissime) persone al di fuori degli Stati Uniti a cui la NASA ha fatto esaminare i campioni di roccia portati sulla Terra dagli astronauti delle missioni Apollo.
L’intitolazione del Planetario ad Angioletta Coradini è un tributo non solo alla sua straordinaria carriera scientifica ma anche alla sua importanza come modello e ispirazione per le giovani generazioni. La sua storia è inclusa nel percorso educativo “Sei scienziate”, inaugurato nel 2022 all’interno del planetario, che mira a promuovere la partecipazione dei ragazzi, e soprattutto delle ragazze, alle ricerche e alle carriere scientifiche.
In concomitanza con l’intitolazione del Planetario, è stato presentato il murale “No time, no space”. C’è un legame forte tra il Festival Nuvolette, organizzato a Rovereto ogni anno da Impact Hub Trentino, e la Fondazione MCR, i suoi luoghi, le sue mostre: da qui nasce la proposta di un progetto per il Planetario, più volte sede di live drawing degli artisti del talentuoso collettivo Becoming X. Il progetto ha preso forma l’anno scorso, per essere realizzato nel 2023.
Il murale è pensato come un viaggio ad anello, che attraversa le scoperte, le stelle, le esplorazioni, le sperimentazioni fatte nella ricerca dell’ignoto e quindi di noi stessi. Un viaggio che inizia e finisce sul pianeta Terra, unica casa che abbiamo a disposizione nell’Universo, unico luogo su cui possiamo vivere e che quindi necessita delle cure e delle attenzioni di tutti per poter essere preservato.
L’opera realizzata dal collettivo rappresenta questo viaggio che parte e finisce fisicamente nell’ingresso della struttura del planetario, e sfrutta l’anello di spicchi di cemento che ne rappresentano il perimetro come un ideale percorso.
Il murale è stato realizzato da Marianna Poggioni, Marco Leombruni, Daniele Pampanelli, Alessia Properzi del collettivo Becoming X, con la partecipazione degli studenti di LABA TN.
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