I sindacati sono tornati a parlare delle criticità della scuola dell’infanzia nella prima delle due assemblee che si sono svolte questa mattina, lunedì 24 luglio, organizzate da Flc Cgil, Cisl Scuola e Satos. La prossima assemblea – annunciano i sindacati – è in programma per la mattinata di mercoledì 26 luglio.
Nel mirino le dichiarazioni dell’assessore all’istruzione Mirko Bisesti, che in un’intervista ha detto che la scuola dell’infanzia “è un servizio pubblico pagato dai contribuenti, di lavoratori pubblici come lo sono tutti quelli che lavorano oggi negli uffici provinciali che sono aperti”. Dichiarazioni che, secondo i sindacati, “fanno eco a quelle pronunciate a febbraio dal suo collega di partito, il consigliere leghista Roberto Paccher, il quale sosteneva che ‘è comodo stare a casa nel mese di luglio pagati senza lavorare'”.
Queste parole “suonano ancor più gravi per il sindacato di via Muredei – afferma Raffaele Di Meo, segretario generale Flc Cgil del Trentino -, perché a pronunciarle è l’assessore all’istruzione; tradiscono scarsa fiducia e mancanza di rispetto nei confronti delle insegnanti e confermano una corrente di pensiero diffusa e dura da scalfire tra le fila della Lega Nord”.
Nel merito delle assemblee e delle loro modalità organizzative, il rappresentante di Flc Cgil chiarisce: “Le assemblee rispondono ad esigenze di discussione e confronto di varia natura. Le affermazioni demagogiche dell’inquilino di via Gilli, che ammonisce dicendo che ‘non si protesta sulla pelle delle famiglie’, sono giunte in seguito alla lamentela di qualche genitore per l’indizione di assemblee sindacali nelle ultimissime settimane. Come Flc Cgil del Trentino, insieme a Cisl Scuola e Satos Fgu, abbiamo organizzato due assemblee da remoto di un’ora l’una, in due giorni diversi, per consentire alle insegnanti di svolgere il servizio ma dar loro voce durante il presidio di quattro giorni che abbiamo organizzato da oggi a giovedì in concomitanza della discussione dell’assestamento di bilancio in Consiglio provinciale, sede in cui tra tutte le nostre richieste, il ripristino del calendario scolastico di dieci mesi per le scuole dell’infanzia spicca senz’altro tra le priorità. Che le assemblee debbano essere indette nelle prime o nelle ultime ore di servizio è dettame contrattuale”.
“Per quanto riguarda il modo in cui si spendono i soldi dei contribuenti, tra cui rientrano anche le insegnanti delle scuole dell’infanzia, sarebbe interessante avere i dati della frequenza effettiva dei bambini nel mese di luglio, perché anche quest’anno, nonostante l’alto numero di iscrizioni dettato dalla gratuità dell’iniziativa, ci giungono segnalazioni di scuole in cui sono presenti solo tre o quattro bambini al giorno e continuiamo a sostenere che un’analisi più puntuale dei fabbisogni reali delle famiglie e delle aree in cui si concentrano queste esigenze, consentirebbe di organizzare un sistema di conciliazione più giusto per le insegnanti, più efficace per le famiglie e più economico per le casse della Provincia e le tasche dei contribuenti. In ultima analisi, crediamo che dopo quattro anni di mandato pieno, l’esigenza così forte di dare soddisfazione al proprio elettorato con operazioni di questa natura e dichiarazioni demagogiche come quelle di cui l’assessore si è reso protagonista, restituisca la cifra della povertà di idee e di strategia messa in campo in materia d’istruzione”, conclude Meo.
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