“Pane. Sostantivo femminile plurale”. A Gardolo un laboratorio di teatro e panificazione dedicato alle donne

L’attrice trentina Ilaria Weiss

Ricreare e rivendicare un luogo dove le donne possano “stare”, condividendo esperienze e raccontandosi attraverso un testo autobiografico da portare poi in scena. Nasce così “Pane. Sostantivo femminile plurale”, laboratorio di teatro, scrittura creativa e panificazione per donne dai sedici anni in su, che sarà proposto a settembre a Gardolo. L’idea è di Ilaria Weiss, 27 anni, attrice teatrale e formatrice di teatro sociale. Gardolotta, vive a Bologna, dove ha già proposto questa esperienza in due edizioni: prima a Camere d’aria e poi allo spazio di rigenerazione urbana Dumbo, dove è tuttora in corso.

L’invito è rivolto a chiunque abbia voglia di mettere “le mani in pasta”, senza necessarie esperienze artistiche pregresse. Anche per questo, spiega Weiss, l’età delle partecipanti, nelle due precedenti edizioni è stata trasversale: dalla ragazza ventenne, alla signora di una settantina d’anni. “Quello che mi sorprende però, nonostante le differenze d’età che chiaramente portano anche visioni dell’essere donna differenti, è che ci sia comunque un’urgenza simile che viene riconosciuta”, sottolinea l’attrice trentina.

Un laboratorio ideato dalle donne e per le donne

A fare da filo conduttore ai cinque appuntamenti proposti dal 2 al 9 settembre (due le serate di presentazione, il 5 e 31 agosto alle 18 al Forno Sociale Migola di Canova) sarà il pane. Concretamente, dato che ci sarà un vero e proprio laboratorio di panificazione al forno sociale “Migola” curato da Carpe Diem – una delle tante associazioni del sobborgo che hanno aderito con convinzione al progetto – ma anche in senso metaforico. “Da una parte la riappropriazione dello stereotipo, ovvero, ci avete messo in cucina? bene, adesso ci stiamo e ci stiamo come vogliamo; ma anche l’essenzialità degli ingredienti che dà vita all’incredibile moltitudine di tipi di pane esistenti. E la lievitazione, un tempo lento, statico: riappropriarsene nella società di oggi è un privilegio ma, in questo caso, anche una scelta”.

In quest’ottica, anche la restituzione finale al pubblico non sarà un “andare in scena”, perché non si tratta certo di un corso di teatro. Invece, teatro e scrittura, diventeranno strumenti per riflettere e far riflettere. Quando? Domenica 10 settembre alle 18, al portico Crivelli, nella giornata conclusiva di Tut Gardol en Festa. “Il laboratorio si svolgerà a Canova, che è periferia nella periferia, ma volendo andare oltre gli stereotipi anche zona ricca di possibilità e di sfide che un’artista deve cogliere”, prosegue Weiss. Poi si tornerà ‘in centro’, nel cuore della festa. “Ci auguriamo di riuscire a coinvolgere anche persone che, solitamente, non sono protagoniste a Gardolo, fuori dalla ‘cerchia’ di chi già è impegnato attivamente all’interno della comunità. E che, nel momento, conclusivo, potrebbero coinvolgere il loro pubblico di parenti e amici, rendendoli a loro volta protagonisti”.

A fianco di “Pane. Sostantivo femminile plurale”, una fitta rete di associazioni, dagli scout all’oratorio, dal Circolo anziani alla Cooperativa Arianna e ancora il Coro alpino delle donne “Signore delle Cime”, le Donne creative, il Comitato dei gardolesi. “Un enorme supporto – conclude Weiss – a riprova di come ci sia grande voglia di dimostrare che Gardolo non è periferia nel senso negativo del termine, ma una realtà viva dove possono nascere e crescere proposte interessanti”.

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