Negli ultimi dieci anni sono cresciuti i casi di TBE e Lyme in Trentino

Nell’ultimo decennio sono in crescita i casi di di TBE e Lyme in provincia di Trento. I casi sono passati dai 17 (TBE) e 31 (LYME) del 2013 ai 40 e 28 del 2013. I dati sono stati forniti dall’assessora provinciale alla sanità, Stefania Segnana, in Consiglio provinciale martedì 27 giugno, in risposta a una domanda del consigliere del Partito Democratico Luca Zeni.

“Il numero reale dei casi di malattia di Lyme – ha aggiunto Segnana – potrebbe tuttavia essere superiore, data la presentazione clinica spesso sfumata della malattia, mentre la maggior parte dei casi di TBE notificati giungono all’osservazione del medico in ospedale per l’impegno clinico e l’interessamento del sistema nervoso. Sappiamo che la maggior parte dei casi rappresentano circa il 30% delle infezioni da TBE che sono in gran parte asintomatiche e causano cefalea febbrile senza progressione della sintomatologia”.

Per quanto riguarda le iniziative informative e l’attività di promozione dei comportamenti corretti per evitare punture di zecche, “le attività sono ampiamente consolidate”, ha detto l’assessora. “Rispetto alle iniziative informative volte a prevenire le punture di di zanzare, da parte del Dipartimento di prevenzione vengono
assicurate informazioni ai viaggiatori che si recano nelle aree a rischio. Il rischio, se non per casi importati, sul nostro territorio non esiste”.

L’assessora ha concluso segnalando alcune iniziative promosse con riferimento all’impegno assunto in relazione al citato ordine del giorno, chiarendo che “la vaccinazione contro la TBE in Provincia di Trento è offerta gratuitamente per adulti e bambini residenti e che rientra tra le vaccinazioni esplicitamente raccomandate a chi svolge attività all’aria aperta per ragioni professionali o ludico ricreative”.

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