Questa mattina, 5 giugno, è stato ritrovato uno striscione di matrice fascista (poi rimosso) sul muro di Arci del Trentino. Si tratta, secondo quanto comunicato dall’associazione, del secondo episodio che è stato registrato nell’arco di poche settimane. Sullo striscione c’era una scritta contro la gestazione per altri, un tema dibattuto anche in occasione del recente Dolomiti pride di sabato 3 giugno.
“Pura inciviltà“, commenta il presidente di Arci del Trentino, Andrea La Malfa. “Un atto grave perché individuare il ‘nemico’ e andare a cercarlo, imbrattarne reiteratamente i luoghi di ritrovo, è il primo passo di gente che ha poca dimestichezza con che cosa sia la democrazia. Condanniamo con forza questi atti intimidatori e vandalici, ma non ci sentiamo certo impauriti. Sappiamo di avere affianco la comunità democratica, pronta ad isolare chi usa la violenza e la prevaricazione come metodo di affermazione. Non possiamo però non essere preoccupati dal fatto che in questo mese si siano susseguiti gesti singoli, anche verso esponenti delle istituzioni, legati dal filo dell’intolleranza e del disconoscimento del metodo democratico. Questo clima non agevola chi come noi ha da sempre tenuto aperta la porta del dialogo nella fermezza delle nostre convinzioni ma nel confronto democratico e civile con tutte le diverse opinioni che si riconoscono nella Costituzione”.
A esprimere solidarietà ad Arci sono Cgil, Cisl e Uil. “Imbrattare la sede di un’associazione con manifesti e striscioni di matrice fascista è un atto grave e preoccupante, che testimonia il diffondersi di un clima intollerante. L’episodio, a quanto si apprende, infatti non è isolato perché Arci è stata vittima di situazioni analoghe anche nelle scorse settimane”, scrivono i sindacati, che aggiungono: “Offese, minacce e intimidazioni non sono mai uno strumento accettabile per manifestare la divergenza di opinioni. Il rispetto reciproco dovrebbe essere un valore mai negoziabile in una democrazia. Al contrario sono la chiara dimostrazione di una visione antidemocratica, che non deve appartenere alla nostra comunità. Per questa ragione quanto accaduto in via degli Olmi ci preoccupa. Auspichiamo, dunque, vengano individuati i responsabili il prima possibile”.
A prendere parola è anche Arcigay del Trentino. “Nella notte tra sabato e domenica, mentre la grande festa del Dolomiti Pride si stava svolgendo al Parco delle Albere, il muro esterno della sede di Arci del Trentino, in via degli Olmi a Trento, è stato vandalizzato con l’affissione di uno striscione. Lo striscione – di chiara matrice fascista – faceva riferimento implicito al pride“, scrive in una nota. “Un gesto compiuto con orgoglio – come sembra dalle stories condivise il giorno dopo sui social – ma pur sempre col favore delle tenebre. A dimostrazione che c’è un orgoglio che può splendere alla luce del giorno – il nostro, quello delle 10mila persone che hanno sfilato sabato al Dolomiti Pride – e un altro che ha bisogno delle tenebre per manifestarsi. Come capofila delle associazioni che hanno organizzato il Dolomiti Pride, Arcigay del Trentino esprime solidarietà ad Arci del Trentino, a cui ci accomuna la vicinanza per battaglie e sensibilità”.
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