Centro Astalli di Trento: “Non c’è nessuna emergenza migranti”

Non c’è nessuna emergenza migranti, perché da noi arriva circa una persona al giorno, attraverso la violenta rotta balcanica, e di tutti gli sbarchi dal Mediterraneo in Trentino non arriva più nessuno ormai da anni”. Così Stefano Graiff, che è stato riconfermato presidente del Centro Astalli, sulla situazione migratoria in Trentino. “La vera emergenza – ha aggiunto nel corso dell’assemblea di venerdì scorso – sta nel riuscire a garantire accoglienza a chi chiede asilo senza costringere le persone a dormire e vivere in strada in attesa di un diritto all’accoglienza”.

Oltre alla riconferma di Graiff come presidente, nell’assemblea annuale del Centro Astalli sono stati eletti i membri del consiglio direttivo: Elisabetta Cescatti (GRIS), Laura Pedri (Villa Sant’Ignazio), padre Alberto Remondini (Villa Sant’Ignazio), Giovanna Fabris (Centro Astalli), Tommaso Bisoffi (Centro Astalli) e Giorgio Dossi (edizioni Erickson).

L’associazione Centro Astalli si prende cura di circa 400 richiedenti asilo e rifugiati attraverso diversi progetti di accoglienza e inclusione sociale, organizzati in collaborazione con l’Arcidiocesi di Trento e altre associazioni, come Casa Padre Angelo, Atas, Villaggio del Fanciullo, Villa Sant’Ignazio.

Le strutture che partecipano alla presa in carico dei migranti forzati, che nel 2022 hanno ripreso ad arrivare in Italia in modo massiccio (dai 67.040 del 2021 sono passati a 105.129 attraverso la Rotta Mediterranea e da 11.000 a 29.200 attraverso la Rotta Balcanica) comprendono, tra le altre, una residenza con dormitorio a Casa San Francesco, a Spini di Gardolo, e diverse strutture messe a disposizione da ordini religiosi come Dehoniani, Comboniani, Cappuccini, Francescani, Gesuiti e Canossiane rispettivamente a Villazzano, Martignano, Mezzolombardo, Laste e Trento.

Oltre ai posti letto, Astalli mette a disposizione una rete di servizi informativi e operativi, per aiutare le persone richiedenti asilo a trovare un posto di lavoro e una casa, ma anche supporto psicologico e sociale. Un sistema di accoglienza, quello dell’associazione, che può contare su 66 operatori e su 90 volontari, un dato significativo che dimostra come da parte della comunità trentina sia presente una disponibilità a prendersi carico delle persone più fragili e ai margini.

Durante l’assemblea è stato anche sottolineato come la Provincia di Trento, in accordo con il Commissariato del governo, ha stabilito poco dopo l’insediamento un tetto di 600 migranti forzati da accogliere in Trentino, aumentato a 700 solo lo scorso gennaio, a fronte delle oltre 300 persone che dormivano in strada in attesa che si liberasse un posto.

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina