Dopo l’ampio successo riscosso a Trento, dove è stata esposta al Castello del Buonconsiglio, la mostra “Incontri in Giappone. Le fotografie di Felice Beato e le raccolte di Giuseppe Grazioli” dal 26 maggio si trasferirà nelle sale di Castel Stenico dove sarà visitabile fino all’8 ottobre prossimo.
La rassegna, curata da Pietro Amadini e dalla direttrice del museo, Laura Dal Prà, racconta il Giappone di quel tempo attraverso fotografie e oggetti d’arte collezionati da Giuseppe Grazioli, il religioso ed agronomo trentino che dal 1864 al 1868 si recò a Yokohama alla ricerca di uova del baco da seta sane, divenute introvabili per la diffusione della pebrina, la malattia che aveva compromesso la produzione sericola di tutta Europa.
Ogni anno, al ritorno dai suoi viaggi, Grazioli donò le opere da lui acquistate nella città nipponica al Museo Civico di Trento, le cui raccolte furono poi concesse in deposito dal Comune al Museo Nazionale, inaugurato nel 1924 nel Castello del Buonconsiglio. Per molto tempo il Giappone rimase pressoché sconosciuto agli europei. Fu solo nel 1859, a seguito della pressione delle forze occidentali, che si aprì nuovamente al commercio con l’estero, e i suoi porti iniziarono ad accogliere mercanti e viaggiatori di tutto il mondo. Il fascino di questa realtà del lontano Oriente e della sua cultura toccò profondamente il mondo occidentale, suscitando passioni che sfociarono ben presto nel cosiddetto “giapponismo”: bronzi, ceramiche, lacche, ventagli, paraventi, armature, spade, tessuti, stampe non solo entrarono nelle dimore degli europei, che facevano a gara per acquistarli, collezionarli ed esporli, ma influenzarono le arti sotto molteplici aspetti.
Incontri in Giappone è dunque l’occasione per narrare la straordinaria avventura di Grazioli attraverso una inedita selezione di importanti manufatti della sua collezione dalle mappe, ai dipinti, stampe, lacche, bronzi, armi e oggetti della quotidianità, scandita con preziose fotografie di noti professionisti del periodo, raccolte in occasione delle tappe dei lunghi viaggi intrapresi, delle soste prolungate a Yokohama assieme ad altri semai, degli incontri con diplomatici occidentali e con residenti giapponesi.
La mostra gode del Patrocinio del Comune di Trento, del Consolato Generale del Giappone a Milano e della Fondazione Italia Giappone.
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