Domenica 14 maggio 2023 – VI di Pasqua – Anno A
At 8,5-8.14-17; 1Pt 3,15-18; Gv 14,15-21
“Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui”. Gv 14,21
Le letture di questa domenica ci fanno cogliere l’importanza dello Spirito Santo nella nostra vita cristiana. Gesù promette questo dono nel corso della sua esistenza: “Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi” (Gv 14,15-17). Il dono dello Spirito è fondamentale, essenziale. Non c’è nemmeno adesione piena a Gesù Cristo se non si riceve lo Spirito Santo, sembra ricordarci il brano degli “Atti degli Apostoli”, quando ci presenta la missione di Pietro e Giovanni in Samaria: “Essi scesero e pregarono per loro perché ricevessero lo Spirito Santo; non era infatti ancora disceso sopra nessuno di loro, ma erano stati soltanto battezzati nel nome del Signore Gesù. Allora imponevano loro le mani e quelli ricevevano lo Spirito Santo” (At 8,15.17).
Potremmo dire allora che Gesù si incarna, vive, muore e risorge per poterci donare lo Spirito. L’azione compiuta dallo Spirito Santo viene espressa dall’evangelista Giovanni con la parola “paraclito”, che viene tradotta di volta in volta con il termine “avvocato” o con il termine “consolatore”. Alla lettera “paraclito” significa “colui che è chiamato a stare accanto”. Questa parola indica che, nel momento in cui Gesù non sarà più visibile, è lo Spirito Santo a consolare noi suoi discepoli, a sostenere la nostra testimonianza, a rimanere accanto a noi, a introdurci nella conoscenza e nell’amore del Padre e del Figlio, a rendere possibile un’autentica vita cristiana.
Le letture di questa domenica ci fanno anche capire che per essere testimoni autentici di Cristo occorre saper tenere unita l’adesione personale e interiore a Lui con la coerenza della vita e la franchezza della testimonianza su di Lui. L’invito dell’apostolo Pietro è estremamente chiaro: “adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi. Tuttavia, questo sia fatto con dolcezza e rispetto, con una retta coscienza, perché, nel momento stesso in cui si parla male di voi, rimangano svergognati quelli che malignano sulla vostra buona condotta in Cristo” (1Pt 3,15-16).
La testimonianza che lo Spirito rende possibile, da parte dei singoli e da parte delle comunità cristiane, è quindi in primo luogo quella di un nuovo stile di vita e di una nuova qualità della vita. Gli Atti degli Apostoli ci ricordano: che il Vangelo si diffonde grazie all’azione apostolica sostenuta dallo Spirito, che dove il Vangelo arriva cambiano i rapporti tra le persone e cambia la vita stessa delle persone, che dove il Vangelo arriva la gente sperimenta una grande gioia.
Chiediamo anche noi una nuova ed abbondante effusione dello Spirito sulle nostre comunità e su ciascuno di noi e chiediamo a questo “avvocato speciale” di sostenerci interiormente quando siamo chiamati in causa per rendere ragione della speranza che Dio ha posto nei nostri cuori.
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