Erano circa 1500 i volontari, in gran parte giovani, che sabato 1 aprile si sono infilati l’ormai tradizionale maglietta azzurra che da ormai dieci anni caratterizza “Con le Mani in pasta”, la raccolta di viveri e materiali di prima necessità organizzata su tutto il territorio della Diocesi di Trento coordinata da Caritas, Pastorale giovanile e Associazione NOI.
“Un’esperienza bella e appagante, magari un po’ faticosa, ma la soddisfazione di vedere gli scatoloni riempirsi con i viveri donati dai cittadini ha ripagato gli sforzi dei tanti ragazzi e ragazze dai 13 anni in su che si sono messi a disposizione”, ci racconta Lucia Segnana, dell’Associazione NOI Trento. Decisamente soddisfacente anche il bilancio dell’iniziativa, sia dal punto di vista della quantità di beni raccolti, sia per la partecipazione dei giovani, ad un’esperienza prima di tutto educativa. “Gran parte dei gruppi partecipanti, nelle settimane precedenti, avevano incontrato la Caritas o le altre realtà solidali a cui poi avrebbero donato i viveri, toccando con mano ciò che effettivamente fanno sul territorio”, spiega ancora Segnana, che con l’associazione NOI ha messo a disposizione una serie di tracce in preparazione della giornata, con alcune attività utili agli adolescenti per comprendere le difficoltà delle persone più svantaggiate, “a ‘vestirne i panni’, perché il nostro agire nei loro confronti sia fatto con umiltà, spirito di fratellanza e senso di giustizia“.
Un percorso fondamentale per stimolare i più giovani, come ci spiega Rita Moser, referente dell’iniziativa per la zona di Lavis: “Abbiamo portato un gruppo di ragazzi a visitare i locali della Caritas e abbiamo notato quanto siano rimasti stupiti nello scoprire che ci sono anche tanti italiani tra le persone bisognose di aiuto. Questo aspetto, oltre alla vista degli scaffali vuoti, ha incentivato anche tanti studenti di terza media e prima superiore a partecipare all’iniziativa, e, per contro, i cittadini, davanti all’impegno di tanti giovani, hanno risposto con grande entusiasmo”.
Anche a Riva del Garda non sono mancati i momenti di avvicinamento, con un incontro di preparazione sul tema delle disuguaglianze che ha avuto grande effetto sui giovani dell’Alto Garda, una delle due zone, assieme a Trento, che anche l’anno scorso, nonostante le limitazioni pandemiche, era riuscita a portare avanti l’iniziativa. “I ragazzi partecipano sempre molto volentieri, mettendosi in gioco, contenti di poter fare qualcosa di concreto che coinvolga anche la cittadinanza”, ci dice Laura Hainzl, che raggiungiamo proprio mentre, assieme ai responsabili dell’Oratorio di Riva, traccia un bilancio dell’esperienza. Lì, i volontari di “Con le Mani in pasta” sono stati in cinque supermercati: due gestiti dal gruppo giovani e altri tre dai lavoratori della DANA, azienda di metalmeccanica che ha aderito all’iniziativa. Ma la raccolta ha avuto un ottimo riscontro in tutte le otto Zone pastorali della Diocesi, dalle Giudicarie alla Piana Rotaliana e Cembra, Trento, la Valle dei Laghi, Fiemme e Fassa, le Valli del Noce, la Valsugana e la Vallagarina, dove “Con le Mani in pasta” ebbe origine.
Ora, mentre si contano le tonnellate di beni raccolti, si inizia già a ragionare in vista della prossima edizione, con le valutazioni ricevute dai partecipanti e dai referenti delle varie zone, pronti, tra un anno, a rimettere tutti assieme le mani in pasta”.
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