“La morte ha a che fare con l’amore, prima ancora che con l’ultimo respiro. Nel testo di Giovanni il morire di Gesù è ‘gloria’, ‘vittoria’. L’Uomo della Croce, anche nell’ultimo respiro, resta saldamente e pienamente radicato nell’amore. L’opposto della morte non è la vita, ma l’amore. In questo momento così intenso di silenzio vi invito ancora una volta a contemplare il morire di Gesù, ad entrare in quell’incredibile morire per andare a casa con la certezza che la vita senza l’amore è morte, è catena, è prigione”.
Sono state queste le parole dell’arcivescovo di Trento, Lauro Tisi, durante la celebrazione del Venerdì Santo nella cattedrale di Trento. Questa sera alle 20.30 monsignor Tisi guiderà la Via Crucis nella basilica di Santa Maria Maggiore.
Nella sua riflessione, don Lauro ha commentato il silenzio di Gesù davanti alla domanda di Pilato: “Di dove sei?” (Gv 19,9). “Il silenzio di Gesù è un urlo fortissimo che invita ognuno di noi a frequentare la terra di Dio, dove tutto è nuovo, tutto è sorprendente. In quella terra è impossibile abitare senza gli altri, tanto meno l’essere contro l’altro. Questa è la patria che ci sta davanti e può diventare il nostro oggi”.
Nel sangue e nell’acqua usciti dal fianco squarciato di Cristo, richiamo al Battesimo e all’Eucarestia, don Lauro ha detto che “mi permetto di leggere la dinamica dell’amore che non si dà senza travaglio del parto, senza un coinvolgimento di sé dove la bellezza e l’ebbrezza del dono fa i conti con la disponibilità ad assumersi la fatica di una fedeltà perseverante e coltivare il desiderio di essere gli uni per gli altri fratelli e sorelle”.
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