Un’ampolla con l’olio ricavato dagli alberi di olivo piantati a Capaci, in Sicilia, vicino al luogo dove 30 anni fa furono uccisi i magistrati Giovanni Falcone e la moglie Francesca Morvillo, con gli uomini della scorta Vito Schifani, Rocco di Cillo e Antonio Montinaro.
Questo regalo è stato consegnato all’arcivescovo di Trento, Lauro Tisi, da parte del questore Maurizio Improta e dal prefetto Filippo Santarelli a un giorno di distanza dalla Giornata in ricordo delle vittime delle mafie, che ricorre il 21 marzo. “L’iniziativa – ha spiegato il questore Improta a monsignor Tisi – è partita lo scorso anno dalla Sicilia e quest’anno coinvolge tutte le 106 sedi di Polizia in Italia, con il dono dell’olio ai rispettivi vescovi delle zone interessate”.
L’arcivescovo Lauro ha accolto il dono: “Quest’olio – ha detto – andrà ad aggiungersi all’olio del Crisma che sarà benedetto in cattedrale nella Messa del mattino del Giovedì Santo, il prossimo 6 aprile. Il sacro Crisma sarà poi utilizzato per conferire il sacramento della Cresima e per le ordinazioni presbiterali”. Monsignor Tisi ha quindi ricordato l’impegno delle forze dell’ordine a difesa della legalità e ha invocato, con la recita del Padre Nostro, la benedizione di Dio sui presenti, radunati nella mensa della Questura.
Nel terreno di Capaci, divenuto “Giardino della memoria” il 23 maggio del 2017, ogni olivo è dedicato a una persona delle istituzioni caduta per mano mafiosa. A curare il Giardino sono la moglie e i figli di Antonio Montinaro che hanno dato vita all’associazione “Quarto Savona Quindici”, il nome in codice usato per la Fiat Croma blindata che, il 23 maggio 1992 venne fatta saltare in aria colpita allo svincolo di Capaci. Lo scorso anno l’olio venne donato ai vescovi della Sicilia.
Quest’anno, d’intesa con il presidente della Conferenza Episcopale Italiana, il cardinal Matteo Maria Zuppi, l’iniziativa è stata estesa a tutta Italia: un richiamo forte a far crescere una coscienza collettiva capace di opporsi a ogni prassi o mentalità mafiosa, che spesso rischia di infiltrarsi in modo subdolo anche in contesti sociali ed economici solo apparentemente immuni.
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