Ddl “sulla libertà educativa”, le minoranze depositano una mozione di sfiducia verso Bisesti

Sarà discussa in aula del Consiglio provinciale tra martedì 7 e giovedì 9 marzo la mozione di sfiducia indirizzata all’assessore provinciale all’istruzione Mirko Bisesti dai consiglieri di minoranza Paolo Zanella (Futura), Lucia Maestri (Partito democratico), Alessio Manica (Partito democratico), Luca Zeni (Partito democratico), Alessandro Olivi (Partito democratico), Alex Marini (Movimento 5 Stelle), Paola Demagri (Casa autonomia.eu), Michele Dallapiccola (Casa autonomia.eu) e Filippo Degasperi (Onda).

“L’iniziativa politica – spiegano i consiglieri provinciali – fa espressamente seguito alla partecipazione dell’assessore alla recente conferenza stampa organizzata dai consiglieri Claudio Cia e Luca Guglielmi presso il Palazzo della Regione, con la partecipazione del presidente nazionale dell’Associazione ProVita & Famiglia Antonio Brandi, durante la quale è stato presentato il disegno di legge provinciale n. 148 avente ad oggetto ‘Modificazioni della legge provinciale sulla scuola 2006’, a prima firma del consigliere Cia”.

I consiglieri sostengono che “la proposta legislativa in questione non potesse essere sostenuta da chi detiene la responsabilità istituzionale di governare l’istruzione”.

“L’assessore, con la sua presenza alla conferenza stampa, ha di fatto avallato – dicono i proponenti della sfiducia – anche i contenuti di un vademecum inquisitorio, distribuito in quella sede, che mette a forte rischio l’autonomia della scuola e la libertà degli insegnanti”.

LA DISCUSSIONE DEL DDL SULLA LIBERTA’ EDUCATIVA IN V COMMISSIONE

Ieri il ddl – sostenuto anche da Alessia Ambrosi e Katia Rossato (Fratelli d’Italia) – è stato discusso anche in Quinta commissione. Erano presenti anche Shamar Droghetti, presidente di Arcigay del Trentino, Mario Caproni, presidente di Agedo, ed Arianna Fiumefreddo, presidente della Rete Elgbtqi del Trentino Alto Adige.

Caproni si è opposto “alla concezione per cui i figli sono di proprietà dei genitori, rivendicando per la scuola il ruolo di baluardo della democrazia”. Il ddl, infatti, introduce il concetto di “libertà di scelta delle famiglie” nell’educazione dei figli. Caproni si è anche detto “dispiaciuto per un disegno di legge che considera i ragazzi e le ragazze lgbt non degni di essere riconosciuti nella loro identità sessuale, nel loro orientamento sessuale e nella loro identità di genere”.

Dal canto suo, l’avvocato Andrea Fiore, nel direttivo di ProVita, detto che “il disegno di legge è un importante provvedimento in favore della libertà educativa della famiglia che muove nel senso di una tutela dei ragazzi, specialmente dei minori. Ricerche autorevoli – ha aggiunto Fiore – ha affermato l’avvocato, dimostrano che la disforia di genere si risolve spontaneamente nell’85% dei casi dei bambini se questi non sono sottoposti a transizione sociale”.

Non è stato dello stesso parere il presidente della Consulta provinciale dei genitori, Maurizio Freschi, che ha riportato le valutazioni della Consulta, riunitasi il 20 gennaio per discutere del ddl 148 (“sulla libertà educativa”). “Dal confronto – ha ricordato Freschi – è emersa una netta contrarietà all’intento di intervenire sulla legge 5 del 2006 per porre dei limiti all’autonomia degli istituti. La Consulta provinciale, pur concordando sulla necessità di una corretta informazione preventiva e al diritto delle famiglie di poter decidere sulla partecipazione dei propri figli (minorenni) alle attività integrative, per tutti i temi sensibili e non solo di genere, ritiene inaccettabile una limitazione dell’autonomia nell’offerta formativa e informativa degli istituti”.

Freschi ha ricordato anche che “le attività riguardanti temi sensibili sono già oggetto di una specifica informazione preventiva ed espresso la contrarietà della Consulta alla limitazione dell’autonomia prevista all’articolo 18 bis del testo richiedendo la previsione di informativa preventiva per le attività in oggetto e che eventuali assenze non vengano computate ai fini del limite massimo previsto”.

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