E’ stata un’udienza interlocutoria quella di oggi mercoledì 22 febbraio in Corte d’Assise a Trento, dove è ripreso il processo a carico di undici imputati accusati di associazione mafiosa in seguito all’indagine “Perfido” sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta in Trentino e in particolare nel settore del porfido in valle di Cembra.
Il presidente della Corte, giudice Carlo Busato, preso atto delle nuove contestazioni oggetto del processo ha concesso a tutte le parti i termini a difesa previsti dall’articolo 519 c.p., fissando una nuova udienza il giorno giovedì 16 marzo alle 14.
In quella data le parti esprimeranno in modo definitivo l’eventuale scelta del rito alternativo e procureranno nuovi mezzi istruttori rispetto ai quali condizionare il rito alternativo scelto, e sarà stabilito il calendario delle successive udienze. Ci sarà anche la possibilità di far entrare eventuali altre parti civili nel processo, che dovrebbe così entrare nel vivo.
Fuori del tribunale c’era una delegazione del Coordinamento Lavoro Porfido (Clp), che non è parte civile nel processo, ma segue da anni le vicende legate allo sfruttamento della risorsa porfido in Trentino ed ha inizialmente affiancato e accompagnato tre operai del porfido cinesi che sono parte lesa e hanno oggi un loro legale che li tutela. Una presenza per “illuminare” il processo e tenere desta e vigile l’opinione pubblica: “Vogliamo tenere alta l’attenzione sulle vicende processuali in corso”.
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