Dopo l’allarme lanciato dal vicepresidente e assessore all’ambiente della provincia di Trento Mario Tonina, anche i sindacati si esprimono rispetto alla crisi idrica che il nostro territorio sta attraversando in questo lungo periodo siccitoso. “Quella in atto è una vera e propria emergenza che nei prossimi anni rischia di peggiorare ulteriormente come effetto dei cambiamenti climatici. Per questa ragione crediamo sia importante agire con un piano straordinario di manutenzione e messa in sicurezza del nostro territorio, anche per salvaguardare le risorse naturali riducendo gli sprechi. La situazione che abbiamo di fronte ci dimostra che l’opera pubblica più importante oggi per il Trentino è la salvaguardia del territorio e delle sue ricchezze, acqua in primis”, scrivono in una nota Cgil Cisl Uil.
I sindacati trentini intervengono in merito agli allarmi lanciati dagli esperti sulla scarsità di acqua, dovuta alla persistente siccità che dura ormai da più di un anno. A questo proposito rilanciano le loro proposte, avanzate già negli anni scorsi: va approntato un piano pluriennale per la messa in sicurezza del nostro territorio e in particolare va resa più efficiente e moderna la rete degli acquedotti provinciali, portando a livelli prossimi allo zero le attuali perdite che oggi superano il 30%. “E’ chiaro che tutti speriamo che i mesi primaverili portino le piogge che servono, evitando così anche i razionamenti. Confidare nella sorte, però, non è abbastanza visto che gli effetti del riscaldamento globale sono ormai un fatto. Serve, al contrario, mettere in atto delle misure per ridurre l’impatto negativo di questi cambiamenti”.
Efficientare la rete idrica provinciale richiederebbe un investimento di almeno 300 milioni di euro, ma è fondamentale non solo per garantire un servizio di qualità ai cittadini, ma anche per sostenere le vocazioni economiche che si alimentano proprio della saldezza del nostro patrimonio ambientale, in primo luogo agricoltura e turismo. “Non si tratta di un investimento di pochi spiccioli, ne siamo consapevoli – proseguono i tre segretari – . Proprio per questa ragione bisognerebbe avere una strategia di lungo periodo, con stanziamenti già nel prossimo assestamento di bilancio, rimodulando se serve il piano delle opere pubbliche così com’è previsto ad oggi”.
Altra fonte di preoccupazione per le conseguenze che avrà sulla gestione dell’acqua, è il recente decreto legislativo sui servizi pubblici locali, che la Provincia deve recepire. “Serve la massima attenzione per evitare uno sbilanciamento a favore dei privati nella gestione dell’acqua che deve restare pubblica. Anche per questa ragione è ora che Provincia e Consiglio delle Autonomie locali prendano una posizione netta sul tema garantendo la piena efficienza della gestione pubblica delle risorse idriche”.
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