Sarà anche la provincia italiana con la maggior qualità istituzionale e la più efficiente nella gestione della burocrazia, ma a volte anche in Trentino diventa stranamente impossibile avere risposte dalle strutture amministrative, anche su questioni apparentemente semplici.
Lo denuncia Alessandro Graziadei, su Unimondo.org, riportando le difficoltà incontrare nel reperire informazioni riguardo a un incendio avvenuto lo scorso 1 gennaio del 2022, in località Fraine sul Monte Bondone, prontamente limitato dall’intervento dei locali Vigili del Fuoco. “Per saperne di più, come previsto dall’amministrazione con una legge provinciale, serve la compilazione di un modulo ad hoc, una “richiesta di accesso alle informazioni a seguito di intervento” che in data 8 giugno 2022 compiliamo e inviamo alla segreteria provinciale del Servizio Antincendi e Protezione Civile, segnalando nel motivo della richiesta: “attività giornalistica”. Inizia così un iter infinito, tutt’ora in corso, dove non solo non ci viene data alcuna informazione, ma dopo diverse e-mail e telefonate, l’unica risposta ricevuta ha dell’inimmaginabile, almeno per l’idea che ci eravamo fatti della nostra amministrazione provinciale. All’ennesima richiesta di aggiornamento sull’iter della pratica il funzionario direttivo antincendi incaricato di seguire la nostra pratica, ci scrive, in data 6 settembre (tre mesi dopo la prima richiesta) che “poiché nella richiesta è scritto che il rapporto serve per scopi giornalistici, il direttore operativo sta valutando se deve essere rilasciato”.
Una risposta che stupisce Graziadei, che sottolinea come “il diritto di accesso ai dati ed ai documenti amministrativi rappresenta uno strumento fondamentale per l’effettiva realizzazione ed attuazione del “diritto di informazione” del giornalista, e tale diritto è tutelato dalla Costituzione, dalle Convenzioni internazionali, dai Trattati dell’Unione Europea oltre che dalla stessa legislazione nazionale, cosa che dovrebbe essere ben nota ad un funzionario direttivo provinciale”. Il giornalista quindi riporta di un’esperienza analoga, vissuta questa volta dal WWF del Trentino che, tramite presidente della sezione trentina Aaron Iemma, racconta degli ostacoli incontrati nel ricevere risposte riguardo a temi di interesse pubblico come il fenomeno degli investimenti faunistici in Provincia oppure le localizzazioni e del numero dei capanni da caccia presenti sul territorio provinciale.
“A quanto pare non siamo i soli a rimbalzare contro il muro di gomma alzato in alcuni casi dagli efficienti Servizi della PAT. Non è una consolazione. Dall’amministrazione prima in Italia per qualità istituzionale ci si aspetterebbe francamente più attenzione e più professionalità, almeno per fugare il dubbio che queste mancate risposte nascondano inefficienze e interessi particolari, non sempre allineati a quelli generali dei trentini”, conclude Graziadei.
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