Sabato 20 gennaio erano in tanti all’oratorio di San Pio X a Trento alla festa organizzata per il pensionamento del medico Fabio Chesani.
Tante famiglie, tanti giovani. Tutti lì per stringergli la mano, tra sorrisi e qualche pacca sulle spalle. Sembra quasi incredibile, ma il nostro amico dottore non lo troveremo più nel suo ambulatorio di via San Martino. Dopo più di 40 anni di professione, Fabio “appende le scarpe al chiodo” e lo fa con commozione, ma senza rimpianti, nella certezza – e lo dimostrano i tantissimi attestati di simpatia e riconoscenza da parte di intere famiglie – di aver svolto al meglio la sua missione: perché di questo si tratta, di una missione, quella del medico di base o, come si diceva una volta, del medico condotto o di famiglia. Il medico delle famiglie, vicino anche umanamente ai reali bisogni, anche di supporto psicologico, della gente normale, come di chi scrive, che vede tante volte la malattia come qualcosa di misterioso e di insormontabile. Purtroppo, oggi, tutto questo è merce piuttosto rara, ma non per colpa dei nostri medici seri, preparati e motivati, ma per una burocrazia sempre più invasiva e soffocante.
Il dottor Fabio Chesani è riuscito ad accompagnare, con umanità, discrezione e professionalità, i tanti che hanno dovuto affrontare le malattie e non solo. Quella professionalità, non dimentichiamolo, che richiede sempre aggiornamento costante e spirito di dedizione. Tutte le mattine lo si poteva trovare già dalle sette in poi nel suo ambulatorio. E lo ha fatto con il suo proverbiale sorriso bonario, con le sue parole semplici e rassicuranti. Anche questo fa parte del bagaglio “umano” del medico di base che il dottor Fabio Chesani ha saputo trasmettere ai suoi assistiti, nel corso della pluridecennale attività medica.
A lui, alla moglie Mariarosa e ai suoi familiari, che lo hanno silenziosamente accompagnato in tutti questi anni, un grazie sincero, con l’augurio di rivederlo quanto prima, magari in veste, non nuova, di animatore parrocchiale o responsabile scout di San Pio X. Di sicuro, non starà con le mani in mano, ma prima vengono gli affetti familiari e la sua cara nipotina Elena.
Un grazie di cuore.
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