La cooperativa Punto d’Incontro di Trento, attiva nell’accoglienza delle persone senza dimora, ha un nuovo direttore. Mattia Civico riceve il testimone di Osvaldo Filosi, che negli ultimi mesi aveva ricoperto anche questa carica, resterà alla presidenza della cooperativa.
“Non ci saranno presentazioni ufficiali, come fanno le squadre con gli allenatori ad inizio campionato, perché è attraverso le azioni che abbiamo sempre scelto di esprimerci: il nostro linguaggio è il lavoro quotidiano: siamo in via Travai, sapete dove trovarci”, spiega Filosi, esprimendo un ringraziamento “speciale” a Milena Berlanda, che dopo 17 anni ha deciso di lasciare il Punto d’Incontro per seguire la famiglia.
“Ho conosciuto il Punto d’Incontro da ragazzino: ho dormito qualche notte in via Travai ospite di don Dante e per molti anni, fino alla sua dipartita, ho voluto bene a Padre Fabrizio: lo ricordo in falegnameria con i trucioli nella barba, con il grembiule alla mensa dei frati, a Sarajevo con i Beati, negli anni della guerra nella ex Jugoslavia, tra i detenuti e i lavoratori del carcere di Trento. Con padre Antonino all’eremo di Segonzano a girare la polenta. Mi lega al Punto quindi un sentimento forte: questo luogo e le persone che lo hanno abitato hanno fatto parte della mia formazione di fondo ed è certamente stato così per molti”, la prima dichiarazione del nuovo direttore. “Il Punto infatti non è solo una cooperativa sociale che eroga un servizio essenziale in risposta a bisogni fondamentali, ma è un luogo della città, che fa parte della sua stessa identità. Il Punto, nel centro della nostra città, ci ricorda che la periferia è presso di noi. Lavorare al Punto contiene una sfida avvincente per ogni operatore sociale: nella semplicità del gesto di erogare un pasto può esserci l’universo delle relazioni: chi chiede un pasto in realtà chiede un posto, il riconoscimento del diritto di appartenere ad una Comunità. Vengo al Punto col desiderio di incontrare e imparare e sono grato a chi ci ha lavorato e ci lavora e a chi ha pensato potessi essere parte di questa storia forte e dolce”, conclude Mattia Civico.
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