È stato rinnovato per quattro anni l’accordo di collaborazione tra l’Ordine degli Ingegneri della provincia di Trento e l’Università di Trento con i dipartimenti di Ingegneria industriale, Ingegneria civile, ambientale e meccanica e Ingegneria e Scienza dell’Informazione. L’accordo che risale nella sua prima approvazione al 2019 riguarda il Dipartimento di Ingegneria industriale, quello di Ingegneria civile, ambientale e meccanica e quello di Ingegneria e Scienza dell’Informazione.
Obiettivo della collaborazione è quello di potenziare la capacità di innovazione tecnologica e organizzativa del territorio, favorendone quindi lo sviluppo e la competitività a livello nazionale e internazionale. Per fare questo è necessario investire nello sviluppo e nell’aggiornamento di competenze culturali-tecniche e scientifiche di alta qualità, progettate in ambito accademico fianco a fianco con chi già opera nel settore. L’intesa ha consentito di porre le basi per la co-progettazione di iniziative di formazione per chi già opera o intende lavorare come ingegnere/a e ha il monitoraggio delle esigenze formative del settore. Un’attività utile a programmi didattici sempre più efficaci.
Il documento è stato sottoscritto nella mattinata al Polo Ferrari di Povo dalla presidente dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Trento, Silvia Di Rosa, insieme ai tre direttori di dipartimento: Alessandro Pegoretti per Ingegneria industriale, Oreste Salvatore Bursi per Ingegneria civile, ambientale e meccanica e Paolo Giorgini per Ingegneria e Scienza dell’Informazione.
La forza dell’intesa oggi rinnovata e ampliata negli obiettivi è stata quella di aver aiutato a mettere in contatto le esigenze e le competenze di chi ha maturato esperienza lavorativa sul campo con la ricerca, lo studio e la specializzazione portati avanti in ambito accademico, in un’ottica di scambio reciproco e crescita di entrambe le parti. Un impegno che per quanto riguarda l’Ateneo rientra tra le attività messe in campo per entrare in relazione con il tessuto sociale e produttivo del territorio, mettendo a disposizione le proprie competenze e le proprie infrastrutture di servizio. Quella che, oltre alla didattica e alla ricerca, viene definita la cosiddetta “terza missione” dell’università. Per gli ingegneri, del resto, la formazione continua è un obbligo statutario “per mantenere le proprie capacità professionali ad un livello adeguato allo sviluppo della tecnologia, della legislazione, e dello stato dell’arte della cultura”.
“Il rinnovo di questo accordo permetterà di dare prosecuzione all’importante percorso di collaborazione con i tre Dipartimenti di Ingegneria dell’Ateneo Trentino – spiega la presidente dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Trento Silvia Di Rosa –. L’estensione della durata dell’accordo, da 2 a 4 anni, ci consentirà di definire una programmazione maggiormente strutturata e organica, con l’obiettivo di promuovere ulteriormente la formazione permanente e accrescere le competenze tecniche dei nostri iscritti. Particolare attenzione verrà dedicata alle nuove specializzazioni dell’ingegneria, che necessitano di un supporto innovativo e multidisciplinare. Vogliamo, infine, trasmettere agli studenti, attraverso la presentazione delle “experties” di chi già opera nel mondo del lavoro, l’importanza dell’appartenenza all’Ordine, che auspichiamo possa diventare sempre più un luogo accogliente e di condivisione, uno spazio di stimolo e confronto per gli tutti gli ingegneri, indipendentemente dalla professionalità specifica conseguita durante il percorso di studi».
«Tra i punti di forza di questa collaborazione c’è senza dubbio l’impegno da parte nostra a supportare le attività di formazione continua che l’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Trento offre ai propri soci» commenta Alessandro Pegoretti direttore del Dipartimento di Ingegneria industriale. «Stiamo attraversando una fase importante nel processo verso la transizione verde e digitale e in questo l’ingegneria industriale può contribuire in molti modi ad accompagnarlo. Ad esempio nel promuovere la sicurezza dei lavoratori, nel migliorare la durabilità dei materiali e delle strutture e nel favorire lo sviluppo delle tecnologie proprie della quinta rivoluzione industriale, quella che viene definita Industria 5.0».
E a proposito di transizione digitale, aggiunge Paolo Giorgini, direttore del Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell’Informazione: «L’intelligenza artificiale e le nuove tecnologie informatiche sono una straordinaria opportunità per potenziare le capacità innovative di tutti i settori ingegneristici. Il nostro Dipartimento metterà a disposizione le proprie competenze e i propri laboratori per accompagnare i soci dell’Ordine in un processo di formazione continua in ambiti tecnologici in continua e rapida evoluzione, quali quelli legati all’ICT».
«Questo accordo ci offre la possibilità di valorizzare le competenze ingegneristiche civili e ambientali in un’ottica di sviluppo sostenibile, declinazione su cui c’è forte attenzione e impegno sia nella didattica, sia nella ricerca» conferma Oreste Salvatore Bursi, direttore del Dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e meccanica. «Ci consente inoltre di esplorare il concetto nuovo di ingegneria olistica – basato sull’idea dell’engineering within engineering – che punta a combinare la scienza e la tecnologia con la ricerca del benessere nella progettazione degli spazi e nel rapporto con l’ambiente che ci circonda. Un approccio che ci permette di essere ancora più attrattivi, ad esempio nei confronti di allievi ingegneri dall’estero».
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