Andrà in scena sul palco del Centro congressi di Lavarone alle ore 21 di venerdì 30 dicembre, lo spettacolo “Il sogno di Isidoro”, che racconta la vicenda del naufragio del transatlantico “Principessa Mafalda”, la nave italiana più lussuosa in assoluto agli inizi del secolo, ma in quel triste ottobre del 1927 ormai ridotta ad una “carretta del mare” per la scarsissima manutenzione e per il massimo sfruttamento imposto dagli armatori.
Dopo essere stato rappresentato al MART di Rovereto e successivamente a Bolzano nella sede dell’Euregio, con ottimo successo di pubblico e anche di critica, lo spettacolo scritto e diretto dal giornalista Maurizio Panizza e interpretato da Chiara Brun, Paola Battistata, Cecilia Ruele, Andrea Franzoi farà quindi tappa sull’Alpe Cimbra, dove sarà rappresentato ad ingresso libero. Il racconto della traversata fino all’affondamento al largo del Brasile, scorre in contemporanea su di una storia parallela, quella di Isidoro Adami, un trentino che si è imbarcato a Genova assieme a un piccolo gruppo di altri giovani della Val Lagarina e di Riva del Garda. Uno di loro perirà nel naufragio assieme ad altre 400 persone delle 1300 a bordo, passeggeri per i quali non era stato nemmeno previsto un numero di scialuppe sufficiente per salvarsi.
Si tratta di una storia molto attuale perché parla di povera gente, di emigrazione, di sfruttamento, di censura, e di tante altre storie personali fra le quali spicca, appunto, quella del giovane Isidoro. La proposta teatrale – di cui il giornalista Maurizio Panizza è l’autore e il regista – viene rappresentato in modo originale, con tre lettori che si alternano nel mentre alle loro spalle scorrono più di 100 fotografie d’epoca che seguono le emozioni e il filo narrativo della storia. E’ una vicenda calzante, piena di tensione, con i racconti dei testimoni, le foto della tragedia e i colpi di scena che a momenti rendono l’ansia palpabile per l’avvicendarsi della cronaca “in diretta” raccolta dalle pagine dei quotidiani brasiliani e argentini dell’epoca. Le musiche all’arpa e canzoni del tempo danno alla pièce suggestioni uniche e commoventi.
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