In mostra a Palazzo Roccabruna la “Trento città dipinta”

L’inaugurazione della mostra “Trento città dipinta. In gran varietà parlano le figure …” – Foto Gianni Zotta

È stata inaugurata nella mattinata di oggi a Palazzo Roccabruna a Trento la mostra “Trento città dipinta. In gran varietà parlano le figure“, l’esposizione organizzata dalla sezione trentina dell’associazione Italia Nostra e curata da Manuela Bladracchi, Ezio Chini e Beppo Toffolon che prende avvio dal volume “Trento città dipinta. I decori murali esterni dal Medioevo ai giorni nostri”, di recentissima pubblicazione per le Edizioni Grafiche Antiga. Un libro, ideato e curato da Ezio Chini, Salvatore Ferrari e Beppo Toffolon, dedicato allo straordinario patrimonio pittorico murale della città di Trento, contenente nuove indagini storiche e archivistiche sui principali palazzi e un completo censimento delle decorazioni realizzate fra l’età medioevale e quella contemporanea, strumento indispensabile per la loro conoscenza, conservazione e valorizzazione.

“Un lavoro iniziato nel novembre del 2017 quando richiamammo l’attenzione sulla necessità di occuparsi delle case dipinte prima di tutto per il degrado più o meno grave che anche oggi, purtroppo continua ad andare avanti”, spiega Ezio Chini mettendo l’accento sul valore e l’importanza del patrimonio presente a Trento, che potrebbe diventare un’attrattiva turistica se finalmente valorizzato: “La città per una serie di circostanze anche fortunate ha conservato un grande patrimonio di dipinti, intere facciate ma anche frammenti antichi parte di una decorazione più ampia: la nostra speranza, una volta uscito il libro, è quella di creare una banca dati, seguendo l’esempio di quella di Treviso, prima in Italia, nata dopo il censimento generale promosso quattro anni fa dalla Fondazione Benetton”.

L’inaugurazione della mostra “Trento città dipinta. In gran varietà parlano le figure …” – Foto Gianni Zotta

A Trento il lavoro è stato portato avanti da un gruppo di 24 studiosi, molti dei quali giovani. Tra loro anche la professoressa dell’Arcivescovile Chiara Radice che si è occupata di un periodo, la prima metà del Novecento, che è il più ricco di testimonianze ma anche, finora, il più trascurato. “Siamo abituati a pensare alla facciata dipinta e subito l’immagine va a piazza Duomo o via Belenzani perché qui si trovano gli esempi più densi di significato e di valore, ma esiste tutta una galassia di pitture figlie – o meglio… bisnipoti – di questa stagione che di fatto portano avanti un’identità che i trentini hanno perso ma che per i trentini di inizio Novecento è sempre stata molto chiara”, conferma Radice.

Trento è una delle più belle città d’arte d’Italia e uno dei suoi caratteri distintivi è di essere una “città dipinta”: sulle facciate di case e palazzi conserva ancora numerose antiche decorazioni ad affresco, in particolare in piazza Duomo e via Belenzani. L’uso di dipingere le facciate s’ispirava agli esempi dell’area veneta, specie nei secoli XV e XVI, a Venezia, Verona, Treviso, Feltre e in molti centri minori. Il Cinquecento fu il secolo d’oro, quando le facciate più importanti vennero decorate in occasione del Concilio (1545-1563). Ed erano numerose, come testimoniano i viaggiatori che descrissero la città: nel 1614 Pierre Le Monnier osservava che c’erano belle case, la maggior parte delle quali dipinte con figure diverse, storie e stemmi, mentre nel 1673 Michelangelo Mariani descriveva diciassette facciate decorate, scelte fra le principali.

Il volume e la mostra Trento città dipinta, oltre a documentare la preziosità di questo patrimonio pittorico, intendono richiamare l’attezione sulla sua fragilità e sulla necessità di cure e restauri, di interventi pubblici e privati, che in alcuni casi hanno carattere di urgenza, al fine di preservare tali superfici che caratterizzano fortemente la nostra città.

Realizzata con il sostegno economico della Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Trento (CCIAA) e della Fondazione Cassa Rurale di Trento, la mostra resterà aperta fino al 28 gennaio 2023 e sarà visitabile dal lunedì al mercoledì con orario 8.30-12.00 e 14.00-17.00, mentre il giovedì e il venerdì con orario 8.30-12.00 e 14.00-20.00, infine il sabato dalle 17.00 alle 20.00. Chiuso la domenica ed i giorni 26 dicembre e 6-7 gennaio.

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