La tragedia umanitaria della Rotta Balcanica sarà documentata da una mostra fotografica dal titolo “Finding Home”, che sarà inaugurata venerdì 16 dicembre alle 11 nelle sale di Torre Mirana, a Trento, dove resterà visibile gratuitamente fino al 1° gennaio 2023 (Giornata mondiale della pace).
A “firmare” la mostra, organizzata dalla Rete rotta balcanica e dall’Arcidiocesi di Trento, è la fotografa Chiara Fabbro, da anni impegnata sul terreno dei diritti umani e delle migrazioni, viene esposta a Trento nell’ambito della campagna “Cambiamo rotta!”, lanciata a maggio 2021 da un ampio gruppo di realtà locali: Diocesi di Trento, IPSIA Trentino, ACLI, ATAS, CNCA Trentino, Movimento dei focolari, Forum Trentino per la pace e i diritti umani e Osservatorio Balcani Caucaso.
Anche in Trentino, complice il freddo pungente di questi giorni, aumenta il dramma dei migranti richiedenti asilo, giunti in particolare attraverso la Rotta Balcanica, uno dei principali percorsi migratori per quanti cercano di raggiungere l’Europa via terra, ma anche uno dei più pericolosi.
Sono migliaia le persone che ogni anno cercano di raggiungere l’Europa seguendo questa rotta. Vengono prevalentemente da Afghanistan e Pakistan, ma molti sono anche coloro che arrivano da altri Paesi, quali Iran, Iraq o Siria. Fuggono da conflitti, persecuzioni o privazioni e sono alla ricerca di una vita dignitosa. Da quando la rotta ha iniziato ad attraversare la Bosnia ed Erzegovina, nel 2018, il Paese è diventato per loro una fermata obbligata. Uomini, donne e bambini vengono infatti regolarmente respinti quando cercano di attraversare il confine con la Croazia, nel cosiddetto “game”. Sono frequenti i resoconti di respingimenti violenti e la maggior parte delle persone riferisce di aver tentato il “game” molteplici volte. Costretti a vivere per mesi, a volte persino anni, nei corridoi freddi e anneriti degli edifici abbandonati e negli accampamenti di fortuna, in un limbo dove il tempo sembra essersi congelato.
Gli scatti esposti sono stati realizzati in Bosnia ed Erzegovina tra il febbraio e il marzo 2021 da Chiara Fabbro, fotografa e documentarista che si occupa di diritti umani e migrazione.
Lascia una recensione