Posti letto per i richiedenti asilo fuori dal sistema di accoglienza: Trento apre l’ex scuola Bellesini

Da diverse settimane al centro dell’attenzione, la situazione emergenziale vissuta da decine di persone senza dimora ed in particolare dei richiedenti asilo che attualmente dormono in strada perché non hanno i requisiti per essere inseriti nel sistema di accoglienza provinciale, sembra finalmete aver trovato una soluzione. L’Amministrazione comunale di Trento ha infatti ha deciso di mettere a disposizione le aule dell’ex scuola Bellesini per l’accoglienza delle persone, in gran parte migranti provenienti dalla rotta balcanica, che in questi giorni passano la notte all’addiaccio. A questo proposito, il sindaco Franco Ianeselli e l’assessora Chiara Maule hanno contattato nelle scorse ore alcuni soggetti del terzo settore per individuare il potenziale gestore della struttura.

“Con la nevicata di venerdì e con l’abbassamento delle temperature previsto per i prossimi giorni, la situazione dei senza dimora della città si è aggravata – spiega Ianeselli, a Danzica insieme all’assessora Maule per la cerimonia che ha proclamato Trento capitale europea del volontariato 2024 – Da qui la decisione di cercare in fretta una soluzione. Sappiamo bene che questa è un’emergenza ampiamente prevista, ma l’Amministrazione comunale non ha né la competenza né le risorse per affrontarla. Tuttavia, di fronte a una situazione come questa non si può certo stare a guardare. Dobbiamo ringraziare ancora una volta il terzo settore e il volontariato che non si tirano mai indietro e non fanno mancare il loro supporto”.

Aggiunge l’assessora Maule: “Le persone che attualmente vivono in strada sono per lo più richiedenti asilo, molti di loro sono arrivati a Trento via terra. Vivono in una sorta di limbo, sono in attesa di una risposta sullo status di rifugiato dal Commissariato di Governo. Non c’è una struttura che li accolga anche se tra di loro c’è pure qualcuno che lavora. A volte si tratta anche di famiglie con bambini per le quali i nostri Servizi sociali si affannano a cercare un posto. Urge trovare soluzioni strutturali altrimenti il prossimo inverno l’emergenza si ripresenterà con la stessa drammaticità di oggi”.

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