Le malattie reumatiche sono patologie che interessano il 10% della popolazione di tutte le età, compresa quella pediatrica, attestandosi maggiormente tra le persone nella fascia dai 35 ai 65 anni.
Se ne è parlato ieri al Grand Hotel Trento in un momento in cui l’associazione Atmar, che rappresenta i malati reumatici trentini, ha fatto il punto sulle possibilità di cura assieme ai medici dell’unità reumatologia del Santa Chiara di Trento.
“In Trentino – ha detto il dottor Roberto Bortolotti, direttore dell’Unità Operativa Complessa dell’ospedale Santa Chiara di Trento – diagnostichiamo 150-200 artriti reumatoidi. Questo significa che in provincia di Trento ci sono dai 5 ai 6mila pazienti affetti da malattie reumatologiche, che provocano forti disagi e incidono molto negativamente sulla qualità della vita”.
L’Atmar è un’organizzazione di volontari che da 27 anni accoglie e assiste i malati, promuovendo l’informazione su queste patologie e l’incontro tra medici e malati.
“Collaborazione e responsabilità” sono state le parole usate dalla presidente Lucia Innocenti per definirne l’attività, che si sostanzia in incontri sul territorio, corsi specifici di attività motoria, donazioni di apparecchiature. “Una corretta informazione al paziente è fondamentale – ha affermato l’ex primario di reumatologia Giuseppe Paolazzi – anzi, serve un vero patto di fiducia tra medico e paziente. Perché da queste malattie non si guarisce“. Si tratta infatti di malattie croniche, che non guariscono ma possono essere fermate o rallentate se riconosciute e curate in tempo.
“La ricerca internazionale continua ad andare molto veloce – ha proseguito Bortolotti – abbiamo a disposizione farmaci che riducono sensibilmente il danno intervenendo su alcuni fattori dell’infiammazione, limitandone gli effetti”.
Negli ultimi anni è cambiato l’approccio, con la diagnosi precoce e un intervento importante fin dall’inizio, perché controllare efficacemente la malattia equivale alla guarigione. Oggi, ad esempio, le donne affette da patologie reumatiche possono quasi sempre condurre a termine una gravidanza, se correttamente gestita con la consulenza del medico.
“Nell’ultimo anno – ha affermato la dott.ssa Sara Tonetta del Santa Chiara – l’ambulatorio integrato ha gestito 57 gravidanze (alcune ancora in corso), con complicazioni limitate e quasi sempre gestibili”.
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