Si sono riuniti davanti al Commissariato del Governo di Trento, nel tardo pomeriggio di venerdì 2 dicembre, gli attivisti dell’Assemblea Antirazzista di Trento e di varie associazioni cittadine, che assieme a numerosi cittadini hanno chiesto la fine del ricatto del trasferimento in Sardegna dei richiedenti asilo non accolti, ed il ritorno ad un sistema di accoglienza diffuso su tutto il territorio provinciale.
La recente lettera sottoscritta da numerose associazioni e singoli cittadine e cittadini in merito agli oltre 330 richiedenti asilo esclusi dall’accoglienza in maniera illegittima e per questo costretti a vivere e dormire per strada, non ha ricevuto alcuna risposta “ufficiale” da Provincia e Commissariato del Governo. Le istituzioni hanno invece posto i richiedenti asilo di fronte all’alternativa tra l’accettare di trasferirsi in un CAS (Centro Accoglienza Straordinaria) in Sardegna o l’essere esclusi completamente dall’accoglienza. “Un out out inaccettabile, di terribile gravità, imposto ad esseri umani stremati da mesi di violenze e maltrattamenti subiti nel duro percorso di attraversamento dei Balcani guidati dalla giusta e disperata ricerca di una vita dignitosa, diritto inalienabile di ogni persona. Una pratica che riduce centinaia di persone alla stregua di merce da spostare da un posto all’altro, senza curarsi della loro umanità, della loro vita reale fatta di affetti, relazioni, possibilità di lavoro, condizioni di salute e progetti di vita”, spiegano i manifestanti, che chiedono una giusta e dignitosa accoglienza in Trentino per quanti vivono in strada e che hanno deciso di restare nel nostro territorio; rapidissimi chiarimenti in merito al numero e alla destinazione delle persone trasferite in Sardegna, vista l’opacità istituzionale con cui la decisione è stata posta in essere; effettiva rapida accoglienza e ripresa dell’accoglienza diffusa sul territorio e tra le diverse comunità della provincia come stava virtuosamente accadendo prima della sua nefasta cancellazione.
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