“Solo la punta dell’iceberg”. Così i sindacati trentini Cgil Cisl e Uil definiscono il problema delle “lunghissime liste d’attesa per accedere ad una prestazione specialistica”, che sarebbero solo l’apice di una sanità trentina che, riportano i sindacati, “versa in condizioni di grave sofferenza”.

“Un malato, però, che non viene curato visto che assessora e giunta provinciale non vedono il problema e dunque non costruiscono soluzioni. Né per rispondere alla carenza di personale, né per riorganizzare il sistema investendo su prevenzione, sanità territoriale e telemedicina. Sembra che in Piazza Dante siano più impegnati a costruire i contenitori, e anche quelli con non poche difficoltà, invece che mettere nero su bianco i contenuti da tradurre in azioni concrete”, riportano i segretari provinciali di Cgil Cisl e Uil Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti dopo l’ennesima denuncia di liste d’attesa eterne e di Rao che saltano, “peraltro – scrivono – sottolineante anche dai sindacati dei pensionati”.

Il tutto – sottolineano i sindacati – mentre il sistema di diagnostica e cura privata funziona e ottenere una visita medica a pagamento è più che mai rapido e semplice. Anche per questa ragione si dovrebbe valutare l’estensione degli orari di apertura degli ambulatori.

“Se non vogliamo che la sanità e il sistema di welfare territoriale si dissolvano è ora di invertire la rotta, cominciando a lavorare anche in modo condiviso. Andare avanti di questo passo espone i cittadini al rischio che i loro bisogni non vengano presi in carico. A farne le spese come sempre saranno i più fragili, come gli anziani e gli ammalati”, continuano i sindacati.

Per questo motivo i tre segretari provinciali parteciperanno all‘assemblea pubblica prevista a Trento il prossimo 3 dicembre, insieme a tutti gli altri attori del mondo sociale e della sanità. In questo frangente chiederanno alla giunta di “aprire una fase di confronto ampio e trasversale sul welfare territoriale”.