ILa montagna, ebbe a scrivere il Goethe poeta, è una maestra muta. Infatti, se la cultura egemone punta al superamento di ogni limite o lì per lì, la montagna costringe anche ad adattarsi ad ambienti difficili, inospitali, talora estremi. E “Mese Montagna”, la kermesse autunnale più attesa e gremita in Valle dei Laghi, nella platea coperta più capiente e moderna dell’ambito territoriale, avrà qualcosa da dire nel corso di questa sua sedicesima volta, prima vera edizione post pandemica lisciata da uno schieramento di forze cresciuto numericamente e già bello carico: Apt Garda Dolomiti, Ecomuseo e Consorzio Turistico della Valle dei Laghi, Comunità di valle, Istituto Comprensivo Valle dei Laghi-Dro, Mountime, oltre ad un ventaglio di sponsor “che credono fortemente in questo evento”.
Gongola il vertice dell’Apt nella figura di Silvio Rigatti, onorato di “essere al fianco della Valle dei Laghi con questa rassegna che rafforza ulteriormente il nostro concetto di outdoor per il quale siamo molto riconosciuti anche a livello internazionale e rappresenta uno dei nostri trend di prodotto”. Chi ama l’avventura è alla ricerca di sfide e limiti da superare. Questa rassegna dedicata al mondo dell’alpinismo e della montagna non se ne pone. Una in verità sì: il numero di aperture al pubblico. Tre venerdì consecutivi – oggi, 11, 18 e 25 novembre – con inizio ad ore 20.30 presso il teatro a Lusan di Vezzano.
L’esordio, questa sera, con “Visionaries of the Vertical World”, con l’escursionista e traduttore Luca Calvi ospiterà Beat Kammerlander, arrampicatore e fotografo austriaco che, con le sue ascese in solitaria sulle pareti del Rätikon, ha fatto sognare intere generazioni traslando ai massimi livelli i limiti dell’alpinismo sportivo. Nella seconda serata, dal titolo “Controvento”, Alessandro Baù racconterà della sua “doppia vita”, della capacità di mutare abito ed equipaggiamento, da ingegnere meccanico ad alpinista, quello sano e coinvolgente che mobilita corpo e mente. Che non è certo quel tipo di disciplina che non ha nulla da spartire con l’alpinismo tradizionale, trattandosi piuttosto di turismo, o meglio business allo stato puro.
L’ultimo appuntamento prima della calata di sipario si soffermerà sugli alpinisti Andrea Lanfri e Luca Montanari in “La lunga strada verso la felicità” per riflettere su come la forza di volontà possa spingere le persone a tagliare traguardi inaspettati, anche quando sembra impossibile: Lo scorso maggio la coppia ha scalato l’Everest nonostante la salute di Lanfri sia stata compromessa nel 2015 da una meningite fulminante da cui la perdita di entrambi gli arti inferiori. Ecco il limite. Che a volte non si avverte, è come se non esistesse.
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