Era il 1962 quando fu fondato l’Istituto Trentino di Cultura di cui poi fu erede, dal 2007, la Fondazione Bruno Kessler di Trento, realtà dove oggi lavorano oltre 400 ricercatrici e ricercatori, sia in ambito umanistico sia scientifico-tecnologico, su temi fondamentali della scienza e dell’innovazione che contribuiscono al benessere delle persone e allo sviluppo della società.
Il cammino partito dall’intuizione di Bruno Kessler, allora presidente della Giunta della Provincia di Trento, è stato ricordato nelle sue tappe fondamentali sabato mattina al Teatro Sociale di Trento con l’evento “FBK: 60 anni di ricerca per costruire il futuro”.
“Oggi – ha dichiarato il presidente della Fondazione Bruno Kessler Francesco Profumo – festeggiamo il sessantesimo anno di un percorso che ha avuto come protagonista Bruno Kessler, con la sua dichiarazione del 1962, in cui disse che il Trentino non sarebbe potuto crescere di sole mele, ma che sarebbe stato necessario investire in educazione, ricerca, innovazione e internazionalizzazione. Nello stesso anno fu creato l’Istituto Trentino di Cultura, primo nucleo dell’Università di Trento e della Fondazione Bruno Kessler. Questo modello si è sviluppato, con continuità, nei decenni successivi, con gli investimenti delle amministrazioni provinciali che si sono succedute ed è un esempio virtuoso per l’Italia. Risorse, non solo finanziarie, ma investimenti in persone e saperi, che la Fondazione Bruno Kessler è stata capace di trasferire alle aziende del Trentino, creando sviluppo e benessere, ibridando ricerca e impresa, un modello virtuoso per l’Italia e l’Europa”.
“Quella di oggi è un’occasione importante – ha detto presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti – perché celebriamo non solo l’avvio e la storia di un’attività di ricerca di livello internazionale che ha portato notevoli risultati al territorio, ma perché ricordiamo in particolare la scelta lungimirante fatta molti anni fa di investire nel sapere con l’obiettivo di aprire nuove strade di crescita e sviluppo per il Trentino. Abbiamo un debito di riconoscenza nei confronti di chi – e il pensiero non può che andare alla figura di Bruno Kessler – ha messo al centro delle scelte politiche il pensiero, la cultura, la conoscenza, l’innovazione, la crescita delle risorse umane; fattori che soprattutto oggi si rivelano cruciali per il futuro della nostra comunità”.
“FBK – ha sottolineato il sindaco di Trento Franco Ianeselli – è l’esempio di come una scelta politica forte possa creare valore anche al di là degli obbiettivi specifici che ci si era posti quando la si è compiuta, andando ben oltre il mandato dei politici e degli amministratori. La scelta politica che festeggiamo in questo compleanno è quella che stabilì che il futuro e il progresso del nostro territorio dovessero passare per un investimento in conoscenza e nella ricerca. Quindi, che il miglioramento delle condizioni di vita degli abitanti non fosse legata solo ai servizi materiali da erogare alla comunità, ma all’investimento in cultura e in istituzioni culturali. L’impatto che tutto ciò ha avuto sulla città è evidentissimo e importante. Il nostro compito è quello di prendere in consegna questa eredità e – per quello che è il nostro tratto di strada – farla camminare, aggiornandola se necessario, ma custodendo quello spirito intraprendente e creativo di sfida al futuro che ci ha portato fin qui”.
Sul palco del Teatro Sociale, Roberto Viola, direttore DG CNECT (Commissione Europea), e Francesco Profumo, presidente della Fondazione Bruno Kessler, hanno quindi dialogato sugli sviluppi futuri della ricerca, le opportunità e i temi emergenti. In collegamento da Chicago, è intervenuta Anna Grassellino, direttrice del Centro Superconducting Quantum Materials and Systems del Fermilab e vincitrice del Breakthrough New Horizons Prize per la fisica. Infine un collegamento in diretta con i laboratori di Povo, alla scoperta di alcuni fra i laboratori della Clean Room della FBK con la guida dei ricercatori Pierluigi Bellutti e Sabrina Ronchin. A moderare l’evento l’inviato ed editorialista del Corriere della Sera, Massimo Sideri.
In conclusione dell’appuntamento l’annuncio di un premio intitolato a Bruno Kessler, che sarà rivolto a giovani che si siano distinti nel loro percorso di studio per aver sviluppato un argomento riguardante l’importanza di un’informazione corretta ed efficace verso le nuove generazioni, su temi anche complessi della ricerca.
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