Si è svolta sabato 22 ottobre in dodici diverse località “fluviali” della provincia la manifestazione in difesa dei fiumi, dei torrenti e delle acque trentine, dal titolo “Ci vogliono rubare…il rumore dei fiumi”.
L’iniziativa, coordinata dal Comitato Permanente per la Difesa delle Acque del Trentino e animata dai vari comitati locali e realtà del mondo associazionistico e sportivo, si proponeva di riportare i cittadini ad un contatto diretto ed emotivo con l’acqua attraverso una delle caratteristiche peculiari dei nostri fiumi e torrenti: il loro suono. “La presenza del rumore dell’acqua non è solo una questione estetica. Esso è perfetta sintesi di tutte quelle funzioni ecosistemiche che i fiumi avrebbero la possibilità di esprimere pienamente, se noi umani glielo lasciassimo fare. Il rumore dei fiumi ci indica che c’è una sufficiente quantità di acqua. I prelievi e le derivazioni tolgono acqua dal nostro sistema fluviale e questo impoverisce enormemente la potenza rigeneratrice e di depurazione dell’ecosistema”, hanno spiegato gli organizzatori. “Siamo stufi di vedere costantemente disattese le normative inerenti il Deflusso Minimo Vitale e attendiamo con ansia che venga applicato nella maniera più stringente possibile il nuovo concetto di Deflusso Ecologico. Sui rilasci, gli strumenti di controllo e sanzione sono ancora insufficienti. Non possiamo mai più permetterci di far andare completamente in secca rii e torrenti. Stiamo mettendo pesantemente mano a sistemi molto fragili“.
I dodici presidi hanno toccato le acque del fiume Chiese presso il Ponte di Cimego, del torrente Caffaro a Bagolino, del torrente Arnò a Sella Giudicarie e Tione, del torrente Duina al Ponte pedonale di Ponte Arche a Comano Terme, del fiume Sarca presso Pelugo, Dro e Arco, del torrente Noce a Croviana e a Mezzolombardo, del rio Stolzano alla sua confluenza con l’Adige a Mattarello ed infine del torrente Fersina a Pergine Valsugana. In ogni località, i manifestanti hanno letto pubblicamente un documento per chiedere interventi di riqualificazione fluviale, la tutela di ambiente, biodiversità ed ecosistemi, ed investimenti indirizzati alla ricerca e allo sviluppo di sistemi di produzione di energie rinnovabili diverse dall’idroelettrico, ed hanno compiuto un atto simbolico di ascolto di quel rumore delle acque minacciato dalle sconsiderate azioni di sovra-sfruttamento condotte sul nostro territorio provinciale.
Infine, i dodici presidi, sono tornati a chiedere che venga avviato, a livello provinciale, un percorso di informazione e partecipazione della cittadinanza sul tema delle risorse idriche: “Non possiamo permetterci di tradire i principi che ispirarono il referendum sull’acqua del 2011. L’acqua è un bene comune non mercificabile e merita di essere protetta e tutelata, per tutti noi e per le future generazioni”.
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