A Folgaria luci comunali spente dalle 24 alle 6: ecco l’ordinanza firmata dal sindaco

Uno scorcio della frazione Cueli a Folgaria

A Folgaria l’illuminazione pubblica comunale sarà spenta dalle 24 alle 6 di ogni giorno. Lo ha disposto il sindaco Michael Rech con un’ordinanza firmata oggi, venerdì 14 ottobre. 

“L’aumento esponenziale dei costi energetici degli ultimi mesi, fenomeno che non accenna ad alcun ridimensionamento nel prossimo periodo, pone anche per la pubblica amministrazione l’urgenza di ridurre considerevolmente e in tempi brevi il consumo di energia – si legge nella premessa del Piano per la riduzione dei consumi energetici del Comune di Folgaria -, accelerando nel contempo l’adozione di strumenti e progettualità volte a ridurre strutturalmente il fabbisogno e la dipendenza energetica”.

Il Comune di Folgaria non sfugge certo a queste dinamiche, anzi, “risulta essere il secondo comune per consumo di energia elettrica nella Provincia Autonoma di Trento“, come riporta il sindaco Rech. “Gran parte di questo consumo – riprende Rech – è dovuto al pompaggio dell’acquedotto comunale e intercomunale che da solo rappresenta l’80% del consumo elettrico annuo del comune di Folgaria (circa 8-9 milioni di KWh)”.

I punti luce comunali distribuiti sul territorio sono 1800, con una percentuale di lampade LED del 30% (in crescita costante), 60% sodio alta pressione, 10% altro, riporta sempre il sindaco di Folgaria.

“Nel primo semestre 2022 – continua Rech – il comune ha speso in elettricità per l’illuminazione pubblica euro 140.892,41 mentre per lo stesso semestre nel 2021 euro 79.323,41. Rispetto ad un costo medio annuo storico di circa 160.000,00 euro per corrente per la pubblica illuminazione, ci aspettiamo di chiudere il 2022 con un costo complessivo di circa 300.000,00 euro”.

L’ordinanza è valida fino al 20 dicembre 2022. “Storicamente – si legge nelle premesse del Piano per la riduzione dei consumi energetici – Folgaria è un Comune particolarmente energivoro in proporzione alla sua popolazione residente. Questo è dovuto principalmente alla morfologia territoriale, alla frammentazione abitativa, alle importanti infrastrutture sportive di proprietà pubblica e non da ultimo ai costi di pompaggio del sistema idrico”.

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