Non è passata inosservata la notizia dell’ammanco di 200mila euro alla scuola musicale di Tione, tanto da richiamare l’attenzione anche dei sindacati, che chiedono di far luce sulla gestione dell’intero comparto. “Nelle scuole musicali trentine – spiega Italo Giongo della Funzione Pubblica Cgil – il rinnovo economico dei contratti è fermo al 2005 e da allora si è aggiunta solo una piccola integrazione. Anche gli scatti di anzianità sono sempre più sotto accusa e la motivazione che viene data è sempre la stessa: ottemperare a tale obbligo manderebbe in crisi i bilanci. Alcune scuole, fra cui Tione, ci hanno chiesto di firmare contratti di prossimità che derogano al contratto di settore e tolgono risorse ai lavoratori. Come Fp Cgil abbiamo sempre cercato di opporci a questo tipo di contratti e abbiamo chiesto, per ragionare sul tema, di visionare i bilanci disaggregati: solo così potremo capire se è davvero il costo del personale a mandare in crisi il sistema. Ma questi dati non vengono mai forniti: né a noi né alla Provincia, che pure finanzia le scuole salvo poi scoprire che – vedi il caso di Tione – un’attenta occhiata ai bilanci sarebbe stata doverosa”.
Il problema però non è limitato a questo, spiega il sindacalista Cgil, perché le scuole che hanno forma giuridica di cooperativa e/o associazioni spesso trovano tra i propri soci anche il personale: “Anche se come sindacato noi non vorremmo firmare questi contratti di prossimità, sono gli stessi lavoratori a chiederci di farlo, un po’ per la giusta preoccupazione di perdere il lavoro e un po’ perché convinti dagli amministratori. Chiediamo ai lavoratori di ascoltare le indicazioni di prudenza che pure diamo loro da anni: forse il problema non sono i vostri stipendi”.
“Purtroppo una clausola contrattuale stabilisce che si parlerà di aumenti solo nel caso in cui ci siano disponibilità economiche. Qui viene il punto: come avere certezza che i denari non ci sono se il bilancio disaggregato non viene mai fornito né alla Cgil né alla Provincia che pure finanzia gran parte del sistema? Dal 2005 si sono perse almeno tre tornate contrattuali, il che equivale a un mancato aumento del tabellare attorno all’8-10%. Gli scatti di anzianità hanno in parte attutito questo gap economico (non per tutti visto che i neo assunti partono dal tabellare 2005) se ora si fa strada l’idea che bisogna bloccare anche questi, la Cgil non ci sta più: prima di tutto la chiarezza sui conti“, conclude la nota: “Il sistema sta mostrando realmente la difficoltà a “stare in piedi” nella forma che conosciamo: sia per i lavoratori che per gli amministratori. Siamo convinti che ormai non sia più procrastinabile una riforma complessiva del settore in Trentino. È per questo motivo che chiediamo alla Giunta Provinciale di mettere nella propria agenda politica una riforma del comparto che rimetta al centro la musica, il suo insegnamento, il personale insegnante e non insegnante e le famiglie degli studenti. Il tutto confrontandosi anche con le parti sociali”.
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