“Ci sono alcune azioni che si possono intraprendere e richiedere alle istituzioni per mitigare l’effetto di questi aumenti sui bilanci delle aziende. Bilanci che, in vista della stagione invernale, rischiano di essere messi in grave difficoltà”.
Così Giovanni Bort, presidente di Confcommercio Trentino, sul problema dei rincari dei prodotti energetici che, pur avendo cause lontane e motivi “che spesso oltrepassano anche la capacità di intervento dei governi nazionali”, necessita anche di “azioni che possono messe in opera fin da subito”.
Nell’ennesima riunione dei vertici delle categorie aderenti a Confcommercio Trentino sono state individuate le azioni principali: dalla moratoria sui mutui e credito d’imposta alle Comunità energetiche, fotovoltaico e authority regionale, passando per l’aumento dei prezzi.
“Nell’immediato – spiega Bort – c’è bisogno di mettere al riparo la liquidità delle aziende: il nostro settore è uno di quelli che ha pagato il prezzo più alto della pandemia e dei lockdown, e gli effetti si fanno ancora sentire su molte imprese. C’è bisogno di intervenire con una moratoria sui mutui, agendo come durante la pandemia per consentire agli imprenditori di posticipare il pagamento delle rate per far fronte al conto energetico, valutando anche nuovi interventi sulla riformulazione delle misure di accesso al credito con particolare riferimento alla durata dei tassi previsti dalle linee di finanziamento del Ripresa Trentino”.
“Al di là di pochi interventi che hanno impatti minimi, bar, ristoranti, negozi, alberghi e le altre tipologie di attività del terziario – riprende Bort – hanno poco margine per ridurre i propri consumi, senza modificare drasticamente il servizio offerto ai clienti. Stiamo anche valutando la possibilità di chiedere automatismi di allungamento dei finanziamenti, in accordo con quanto prevede la normativa europea. D’altra parte, abbiamo chiesto e ottenuto un aumento del credito d’imposta dal 15 al 30%. Non è irragionevole pensare di chiedere un ulteriore sforzo per portarlo almeno al 50%”.
La situazione attuale, sottolinea Bort, “ha messo in luce alcune criticità del nostro Paese in quanto alla politica energetica nazionale”.
“Burocrazia e veti molto spesso hanno ostacolato un percorso che oggi ci avrebbe garantito di essere meno esposti alle dinamiche internazionali”, commenta il presidente di Confcommercio Trentino. “Occorre fare tesoro di questa considerazione e non indugiare nel mettere in campo interventi che, seppur a medio o lungo termine, bisogna far partire da subito. Come Confcommercio Trentino siamo in prima linea sulle comunità energetiche e sulle opportunità di infrastrutturazione energetica del territorio. C’è disponibilità degli imprenditori e contezza del problema da parte delle amministrazioni: ora abbiamo bisogno che si sciolgano in fretta le lentezze burocratiche e amministrative e che venga sostenuta questa ri-conversione del nostro patrimonio energetico territoriale”.
Confcommercio chiede di valutare anche l’opportunità di istituire un’authority regionale dell’energia. “Non possiamo ignorare – sottolinea Bort – che “abbiamo in casa” uno dei player del mercato energetico, per giunta a partecipazione pubblica. Chiediamo che si dia corso all’appello che è arrivato anche dal Coordinamento Imprenditori per valutare l’opportunità di istituire un’authority regionale dell’energia. E per capire come poter svincolare la capacità produttiva delle nostre fonti rinnovabili, la nostra ricchezza energetica, da quelle dinamiche internazionali che da risorsa le trasformano in gravame”.
A poche settimane dall’avvio della stagione invernale permangono le incertezze, dovute proprio all’aumento esponenziale dei costi, compresi quelli delle materie prime. “Con un’inflazione del 10% – commenta il presidente di Confcommercio Trentino – è inevitabile che le aziende mettano mano ai listini. Anzi, in questa fase è uno degli strumenti che devono essere messi in campo, pur nella consapevolezza che ciascuno deve fare i conti con la propria sostenibilità aziendale e il proprio modello di business. Ma non possiamo pensare che sia il nostro settore a farsi carico di tutti gli aumenti, mettendo pericolosamente in difficoltà le aziende. Stiamo analizzando con grande attenzione l’andamento delle prenotazioni per la stagione invernale anche per capire come si muoverà il settore sulle politiche di prezzo. Prezzi che, secondo uno studio che abbiamo commissionato a gennaio scorso, avrebbero già dovuti essere ritoccati anche prima dei rincari di questi ultimi mesi”.
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