Riscaldamento acceso dalle 8 alle 16, non più dalle 7 alle 18, e temperatura ridotta ad un massimo di 19 gradi. Queste le disposizioni provinciali per gli uffici che fanno capo a Piazza Dante ma anche per le società partecipate e per gli enti strumentali.
Il riscaldamento negli uffici della Provincia verrà spento il venerdì alle 13. C’è poi anche il divieto di utilizzo di fornelletti e apparecchiature elettriche, con un’eventuale deroga per le persone con certificazione medica.
“Sono azioni concrete di risparmio – ha affermato il presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti – buone regole di comportamento che valgono per i dipendenti e le strutture pubbliche, ma che possono essere di spunto per tutti i cittadini”.
Un impatto che, nel complesso, si stima possa essere di alcuni milioni di euro nei prossimi sei mesi, dal 15 ottobre al 15 aprile, nel cosiddetto “anno termino”.
“Con la decisione approvata – prosegue Fugatti – diamo seguito a quanto era già stato previsto con il primo pacchetto di interventi per famiglie e imprese, ovvero dare indicazioni agli uffici provinciali per ridurre la spesa energetica. L’amministrazione provinciale ha il dovere di dare il buon esempio per affrontare nel modo migliore una situazione straordinaria. Il risparmio energetico, che già era un obiettivo per tutto il sistema pubblico provinciale, è ora un’assoluta priorità. Solo con un impegno condiviso possiamo rispondere con efficacia a questa fase particolarmente difficile. Mi riferisco in particolare ai prossimi mesi, autunno e inverno, che richiamano tutti ad una grande attenzione. L’amministrazione provinciale è chiamata a fare il possibile per sostenere famiglie e imprese, garantendo anche la tenuta dei bilanci pubblici e soprattutto i servizi fondamentali ai cittadini”.
Prosegue anche il lavoro per elaborare gli interventi nelle scuole, che saranno oggetto di una circolare apposita di concerto con l’assessorato all’istruzione. Per i comuni, invece, l’azione spetta alle singole amministrazioni locali. Le misure saranno comunque oggetto di un confronto nella sede del Consiglio delle Autonomie locali, per raggiungere una condivisione sugli obiettivi e sulle misure.
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