Dopo lo storico oro nei 10mila agli Europei di Monaco, il trentino Yeman Crippa è stato ospite al Festival dello Sport assieme al collega Massimo Stano.
Un’ora di spunti e riflessioni sulla loro vita, non solo di atleti: il rapporto con la fatica (Stano la ama, Yeman no), con lo studio (il pugliese vuole laurearsi, il trentino pensa solo all’atletica per il momento), il ruolo nella Polizia (Stano vorrebbe fare il poliziotto cinofilo, Crippa pensa alla vita d’atleta e punta alla maratona), con il proprio territorio (Stano: “Nella mia Puglia mancano strutture sportive”, Yeman: “Il Trentino è il posto giusto per fare qualsiasi sport”).
L’incontro in Sala Depero, moderato dal direttore dell’Alto Adige Alberto Faustini, era “Nati per correre”. “Se corro però mi squalificano subito”, ha scherzato Stano, pugliese campione olimpico dei 20 km e campione mondiale dei 35, che ha riportato il titolo in Italia dopo 19 anni.
“Da bambino ho iniziato con il mezzofondo – ha raccontato Stano – macolo tra i 10 e i 12 anni. Poi mi sono innamorato della marcia. Peccato che nella mia Puglia non ci siano strutture all’altezza per l’atletica. Ben attrezzato il Trentino. Non capisco perché la politica non investa nello sport. Forse sto studiando Scienze politiche proprio per questo… Devo subito dire al sindaco del mio paese, Palo del Colle, che serve una pista non certo per me, ma per i bambini e per i giovani”.
Il marciatore barese ha confidato di divertirsi quando i giornalisti scherzano, soprattutto nei titoli, con il suo cognome. Ha raccontato di come gli piaccia la fatica – “Tutti noi atleti di endurance siamo un po’ pazzi” -, della passione per il Giappone e il giapponese – “Ho studiato un po’ la lingua, per destabilizzare con qualche frase i miei avversari, che sono soprattutto giapponesi” -, e di come attraverso lo studio, scarichi le pressioni dello sport e viceversa.
Crippa, origini etiopi, adottato con i suoi fratelli da una famiglia lombarda trasferitasi nelle Giudicarie, ha confermato di essersi subito sentito a casa in Trentino: “Arrivare qui da bambino – ha commentato – per me è stato come arrivare in Paradiso. Il Trentino, poi, è il posto perfetto per praticare qualsiasi sport: piste, sentieri, ciclabili, infrastrutture”.
Quando gli è stato chiesto il rapporto con i campioni di atletica italiani del passato, Yeman ha risposto: “Ci sentiamo, magari al telefono o in videoconferenza e c’è grande rispetto. Ma fra trent’anni spero di non fare come loro, che ricordano sempre come ai loro tempi le scarpe, le luci, le piste, fossero tecnologicamente meno avanzate di oggi…”.
Grande onestà, per Yeman, nell’ammettere come nei 5000 agli europei il norvegese e lo spagnolo che lo hanno preceduto fossero “di un altro livello”. La sfida per il 2023 del re d’Europa dei diecimila? “La maratona! Voglio unire la strada alla pista”. “Se le vittorie ci hanno cambiati? No, siamo rimasti umili come sempre. Ma con più consapevolezza”, hanno risposto in coro.
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