Si è spento oggi all’età di 90 anni il pittore trentino Marco Berlanda. Nato a Trento il 25 aprile del 1932, cominciò a disegnare e dipingere fin da bambino, ma non ebbe la possibilità di sostenere questa passione con studi e scuole. Autodidatta, si dedicò con assiduità all’arte solo in età matura, dal 1975, quando cominciò ad entrare in contatto con diverse Associazioni come il Gruppo “Studio Arti Visuali” di Trento, di cui fu anche presidente, “La Cerchia” e l’U.C.A.I., sempre di Trento.
Tra le numerose sue partecipazioni a mostre personali e collettive merita segnalare quella alla “Internationale Künstlerborse” di Francoforte nel 1984 e la presenza alla rassegna “El encuentro de dos mundos” dell’Estado de Sonora in Messico nel 1992 e a Parigi nel 2011.
Per due volte gli fu conferito il “Premio Nazionale Naïf” di Luzzara, fondato da Cesare Zavattini.
Un carattere istintivo, il disincantato ardore giovanile mai venuto meno, una spontaneità mai repressa si riversano sulle tele che Berlanda ha composto. Mescolando colori, provando e sperimentando soluzioni, guidato dalla innata creatività, Berlanda ha saputo elaborare una visione del mondo fiabesca e ingenua, dipingendo paesaggi, nature morte, figure tratteggiate con segno marcato, colori decisi – che colpiscono per l’autentica intensità e che introducono ad un originalissimo mondo interiore di inusuali e misteriose visioni.
Tutto, nelle sue opere, è pieno. Di senso e di non senso. Di prospettive e di assenza di prospettiva. È la vita. È il mondo. O meglio il mondo come lo ha vissuto. E riproposto con esiti che nulla hanno a che vedere con il comune senso di bellezza formale e che possono apparire perfino sgradevoli. Nella sua figurazione “primitiva” e “selvaggia”, insomma, non si misura affatto coi canoni astratti del bello e del brutto, ma col bisogno di far fluire la lava espressiva con arcaica semplificazione.
Al figlio Simone, nostro collega, la cristiana vicinanza e l’abbraccio sincero della redazione di Vita Trentina.
Lascia una recensione