Manca davvero poco alla ripresa della scuola, con un nuovo anno scolastico che finalmente sembra poter cominciare senza le preoccupazioni e le limitazioni dovute al Covid-19 degli ultimi due anni. A far pensare, come denuncia la Cgil del Trentino, è però il riproporsi di problemi strutturali, come la mancanza di insegnanti. “Lunedì si torna in classe. Anche quest’anno però la scuola trentina si trova a corto di insegnanti“, scrive infatti il sindacato, spiegando che nello scorso mese di giugno si sono liberate, a seguito dei pensionamenti, 548 cattedre ma poco più della metà è stata coperta con assunzioni a tempo indeterminato. Il resto è stato affidato, o verrà affidato nei prossimi giorni, con i contratti a termine.
Guardando i dati nel dettaglio, “la condizione peggiore riguarda la scuola secondaria di primo e secondo grado, medie e superiori: è stato assegnato appena il 40% delle cattedre libere. Ne restano vuote 255″, prosegue la nota della Flc Cgil trentina, che descrive la situazione come “il frutto di una serie di errori legati a scarsa programmazione, assenza di visione e insufficienti investimenti. Dal concorso che ha accumulato ritardi su ritardi, alla scelta di prevedere un numero di posti totalmente insufficiente a rimpiazzare i pensionamenti”.
“E quello dei docenti è solo la punta dell’iceberg. Se ne parla poco ma a scuola mancano assistenti educatori, personale ausiliario, tecnico e amministrativo. Tutte figure senza le quali la scuola non funziona o funziona molto male. I concorsi si promettono e non si fanno perché il Dipartimento Istruzione è ridotto all’osso e non si investe a sufficienza per metterlo in condizione di lavorare”, conclude il sindacato, che chiede all’amministrazione provinciale fatti concreti: “Basta promesse e impegni a parole!”.
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