“Se Julian Assange verrà estradato negli Stati Uniti e condannato nessun giornalista sarà più libero”. Questo il messaggio che si è alzato con un’unica voce dalla Casa degli autori del Lido di Venezia, lunedì 5 settembre, per chiedere la liberazione del fondatore di Wikileaks. Accolta sul palcoscenico internazionale della Mostra del Cinema, l’iniziativa – seguita da centinaia di persone anche sui social – ha riportato l’attenzione su una vicenda che è dirimente sul fronte della libertà di stampa e dei diritti umani.
“Assange è accusato di spionaggio quando invece ha svolto il proprio lavoro di cronista e ha diffuso notizie di interesse pubblico”, ha ricordato Giuseppe Giulietti, presidente della FNSI. A consegnare virtualmente la tessera ad honorem dell’Ordine dei Giornalisti alla collega Stefania Maurizi, che dal 2008 segue il caso Assange, è stato il presidente nazionale dell’Ordine, Carlo Bartoli. “Difendere Assange significa difendere il diritto di cronaca, la libertà di informazione e l’incolumità dei whistleblower”, ha detto Bartoli.
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