Tra tante ali storiche e tante ruote, due motociclette “Capriolo” sono state le protagoniste dell’incontro-aperitivo per il secondo appuntamento – il primo avvenuto il 21 luglio – svolto giovedì 25 agosto. Mostra organizzata dalla Fondazione Museo Storico del Trentino e dal Registro Storico Capriolo di Trento intitolata “Dalle Ali alle Ruote: il Capriolo. Epopea di una moto trentina (1951-1962)”. Motociclette all’ombra del grande Savoia Marchetti S.M 79 del Museo dell’aeronautica Gianni Caproni di Trento e tante persone che hanno ascoltato con coinvolgimento la storia di questa “mitica” motocicletta tutta trentina.
Incontri pensati proprio per raccontare la storia della gloriosa fabbrica Aero Caproni e dei suoi gioielli di tecnica e design – voluti per ricordare questo importante momento storico passato del nostro territorio – che sono proprio le motociclette Capriolo, prodotte durante l’ultimo decennio di vita negli stabilimenti di Gardolo e di Arco, teatro di vita di moltissimi nonni trentini.
Dopo il saluto iniziale del dott. Lorenzo Gardumi, responsabile scientifico della Fondazione Museo Storico, Alberto Ianes, docente e ricercatore presso la Fondazione stessa, ha raccontato la storia caratteristica della fabbrica dalla nascita alla conclusione con preciso rispetto per la cronologia degli avvenimenti. Franco Nardelli, Presidente del Registro Storico Capriolo, insieme a Marco Felli hanno poi raccontato la vita che il Capriolo ha avuto negli anni: dalla sua principale funzione sociale di mezzo di trasporto alle elettrizzanti vicende sportive delle mitiche gare di Corsa su strada (la Milano-Taranto per dirne una) e di Regolarità (la Sei Giorni Internazionale).
Storie di vita semplice ma genuina, come era una volta, quella che si può toccare con le mani e che si rompe la si può aggiustare. “Passioni e manufatti che uniscono le persone, ricerca di tesori in scantinati e cassetti di vecchi armadi, che fanno luccicare gli occhi e il cuore – aggiunge il presidente Nardelli -. Un vecchio casco tipo Cromwell, con scudo e adesivo originale più qualche ammaccatura (per fortuna poche vista la scarsa proprietà protettiva), diventa subito emblema di una vita vissuta, passata oggi dalle mani di chi lo ha così a lungo indossato alle nostre che lo portiamo in questo museo oggi affinché possa raccontarvi, anche in silenzio, la sua storia”.
Le moto Capriolo per tanti trentini e italiani hanno simboleggiato manufatti fatti con attenzione e cura: dai disegni, ai prototipi, alla produzione in serie (circa 45.000 motociclette con lo scudo Caproni Trento prima e Aeromere Trento poi sono uscite dagli stabilimenti trentini). Per quante mani sono passati i pezzi nella catena di montaggio, quante storie di vita si saranno raccontate le maestranze durante i turni di lavoro. Tutte storie che ci piace credere si siano attaccate come la vernice alle moto e che oggi, con qualche segno di ruggine e qualche ruga, rileggiamo su queste piccole cilindrate a 4 tempi.
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