La città di Tuzla, in Bosnia Erzegovina, ha assegnato ad Alexander Langer la cittadinanza onoraria post-mortem per il suo impegno per la pace nei Balcani. La decisione, come riporta Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa, è stata presa ieri (lunedì 22 agosto).
Ma non solo. Tuzla ha anche proposto di dedicare uno spazio alla memoria del politico altoatesino, morto nel luglio 1995, poco prima del genocidio di Srebrenica, e di piantare un albero a lui dedicato in Piazza Libertà.
“La decisione di onorare l’europarlamentare italiano Alexander Langer con la cittadinanza onoraria è stata presa dal consiglio in memoria del suo impegno per la pace in tutta l’ex Jugoslavia – ha dichiarato la presidente del consiglio municipale Nataša Perić nell’intervista a RTV7 – e soprattutto in Bosnia Erzegovina e a Tuzla”. Con Tuzla Langer coltivava un rapporto speciale: “Nella sua attività alla ricerca di una soluzione pacifica – ha aggiunto Perić – ha visitato tutti i paesi dell’ex Jugoslavia, ed è venuto spesso a Tuzla perché qui aveva trovato un’eccezionale unità, nonostante la guerra in corso”.
Perić ha ricordato anche l’impegno di Langer perché la Bosnia Erzegovina venisse inclusa nell’Unione Europea per difenderla dalla guerra. In quegli anni Langer finanziava di tasca propria diverse iniziative nei territori dell’ex Jugoslavia.
La presidente del consiglio municipale di Tuzla ha ricordato anche come il massacro del 25 maggio 1995, in cui morirono decine di giovani di Tuzla che si erano ritrovati per celebrare la Giornata della gioventù, avesse scioccato Langer: “Il 30 maggio aveva scritto un articolo dedicato alle vittime di quel massacro, invocando un intervento più deciso dell’Europa e della comunità internazionale“.
Un articolo pubblicato sul quotidiano Alto Adige e per il quale venne poi attaccato, per la netta posizione espressa soprattutto in questo passaggio: “Si può decidere che il diritto internazionale deve semplicemente abdicare (…) Oppure si può decidere che nel mondo un diritto deve esistere, che un ordine vincolante per tutti deve farsi rispettare. Allora si dovrà aumentare consistentemente il numero e il mandato delle forze internazionali in Bosnia e confidare loro il compito non più di osservare e testimoniare soltanto, ma di liberare effettivamente gli accessi alle ‘zone protette’ e proteggere realmente le città e le regioni della convivenza; fermare effettivamente – con i mezzi necessari – le aggressioni, soprattutto quelle con armi pesanti, e rendere inoffensivi tali armamenti (confiscare non basta: lo si è visto). Sarebbe preferibile che ciò potesse essere fatto da quei corpi multinazionali di ‘soldati di pace’ dell’ONU, che Boutros Boutros Ghali ormai da anni invoca, ma non riceve. Nelle condizioni attuali, tuttavia, l’ONU dovrà chiedere a chi può – alla NATO, in buona sostanza – di svolgere tale compito.”
A Langer era stata anche riconosciuta, l’anno scorso, la cittadinanza onoraria di Sarajevo, capitale della Bosnia Erzegovina. Ora i giovani bosniaco erzegovesi potranno conoscere la sua storia e il suo impegno grazie alla traduzione degli scritti di Langer nel volume “Alexander Langer – L’arte del vivere insieme: dal Sud Tirolo a Srebrenica”, che – come riporta Osservatorio Balcani e Caucaso Transeropa – verrà presentato a Srebrenica il prossimo 27 agosto, nell’ambito della “Settimana Internazionale della Memoria” organizzata dall’Associazione Adopt Srebrenica assieme a Fondazione Alexander Langer di Bolzano e Tuzlanska Amica di Tuzla.
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