Si è svolta giovedì 18 agosto l’assemblea dei lavoratori esternalizzati del Muse, che con un’amara autoironia si sono riuniti per denunciare ancora una volta il loro “Muse senza orario”, proprio mentre al museo si svolgeva l’evento “Muse fuori orario”. Un’iniziativa che segue le numerose proteste dei lavoratori che da tempo denunciano le difficoltà nell’organizzare il proprio lavoro e la propria vita senza sapere né quante ore verranno assegnate loro quella settimana, né con quale collocazione.
Un problema evidenziato dalle continue dimissioni, oltre 120 e tre nell’ultimo mese, nell’impossibilità di programmare la propria vita “Incontriamo le guide del MUSE che in 9 anni hanno avuto meno figli dei panda in cattività“, “esplora l’emozionante scomparsa delle ferie finite in busta paga a tua insaputa” scrivono i lavoratori in lotta, con ironia mista a rabbia e frustrazione, acuite nel leggere poi il comunicato stampa del Museo nel quale il lavoro di divulgazione viene, ancora una volta, svilito al ruolo di “lavoretto” da neolaureato prima di trovare un “lavoro vero”, testualmente “altre occupazioni o collocazione in enti culturali e altre istituzioni o posizioni più gratificanti e remunerative dal punto di vista professionale”.
“Simili dichiarazioni non sono più accettabili, non dopo una pandemia che dovrebbe aver insegnato a tutti l’importanza della divulgazione scientifica e non dopo quattro anni in cui abbiamo assistito ad un vergognoso rimpallo di responsabilità tra Muse e Cooperative”, spiega Roberta Piersanti, della Fp Cgil .”Un rimpallo di responsabilità che si ripete ancora oggi, dal momento che nel comunicato stampa del Muse (e nella lettera di identico tenore a noi pervenuta) si sostiene che “riguardo alla protesta per i turni dati all’ultimo minuto, la programmazione degli eventi di tutta l’estate 2022 è stata comunicata a inizio giugno, mentre quella riguardante le attività educative dell’autunno è stata fornita a fine giugno. Tali tempificazioni hanno avuto lo scopo di permettere alle cooperative la programmazione”, mentre le Cooperative, dal canto loro, con pec di pari data comunicano: “in merito all’organizzazione degli orari di lavoro abbiamo più volte nel tempo fatto presente che le attività organizzate dal Museo (e non dalle scriventi) non consentono, per modalità e tempistiche, una lineare articolazione dei turni del personale.” Esattamente il rimpallo delle responsabilità che denunciamo da anni, ancora una volta il Muse si autoassolve e le Cooperative non si ritengono responsabili della situazione in cui si trovano i propri dipendenti”.
“Un gioco delle parti non più accettabile, è da tempo caduto il paravento di una situazione lavorativa ineccepibile solo sulla carta che si traduce in realtà nella condizione cui da quattro anni assistiamo: lavoratori senza orario di lavoro, con ferie e permessi usati per coprire i turni e con una indennità di appalto mai erogata in una violazione reiterata dei diritti dei lavoratori. Il Muse non può chiamarsi fuori da questa situazione, che conosce e quanto meno tollera dall’inizio dell’appalto”, conclude la sindacalista.
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