“Costringere chi fugge da guerre, persecuzioni e miseria a vivere sotto un ponte non è degno di un territorio che possa dirsi civile“. Così il consigliere provinciale di Futura Paolo Zanella torna sulla situazione dei richiedenti asilo che sono costretti a vivere in strada – 161, secondo i numeri forniti dal Centro Astalli di Trento al quotidiano “Avvenire”.
“La Provincia – aggiunge Zanella – deve porre rimedio a questa situazione e aumentare i posti per l’accoglienza anche nelle valli, dando risposte anche a chi è in attesa dell’appuntamento in questura con più posti in bassa soglia e mettendo risorse nell’inclusione, risorse che sono un investimento per il futuro di queste persone, ma soprattutto del nostro territorio”.
“Secondo la legge – avevano spiegato Graiff e Canestrini nell’intervista rilasciata ad Avvenire – tutti i richiedenti asilo hanno diritto ad essere inseriti nel sistema di accoglienza nel momento in cui dichiarano di non avere mezzi di sussistenza per poter vivere da soli”. E, come hanno aggiunto Graiff e Canestrini, le 161 persone che sarebbero fuori dal sistema d’accoglienza “dichiarano di non avere un luogo dove stare”.
“A giugno avevo segnalato attraverso un’interrogazione (come sempre ancora senza risposta) la situazione delle persone migranti giunte sul nostro territorio – segnala Zanella – e costrette a dormire all’addiaccio in attesa dell’appuntamento in questura per presentare domanda di protezione internazionale. Appuntamento con tempistiche che continuano a dilatarsi. Ora il Centro Astalli segnala che oltre alle persone in attesa dell’appuntamento in questura, i flussi in arrivo sulla rotta balcanica sono tali che oltre un centinaio di persone con diritto ad accedere all’accoglienza straordinaria – avendo presentato richiesta di protezione internazionale – non trovano posto nei centri dedicati. Fortuna che la Giunta aveva in programma di chiuderli!”.
Un problema, quello dell’accoglienza, che si manifesta tanto a livello locale quanto a livello europeo, come emerso anche dalle riflessioni fatte dal Centro Astalli di Trento, che è stato in visita al campo di Bihac, in Bosnia Erzegovina, in occasione della festa di Villa Sant’Ignazio, quest’anno dedicata alle ferite dell’umanità migrante – “Nel segno dei chiodi” era il titolo.
“Serve una profonda revisione delle politiche migratorie a tutti i livelli – sottolinea in conclusione il consigliere provinciale Paolo Zanella -: europeo, con la riscrittura della convenzione di Dublino; nazionale, con una normativa sull’immigrazione mirata a riconoscere il diritto a migrare, al di là delle ragioni che spingono le persone ad abbandonare il proprio Paese di provenienza, regolamentando i flussi e adeguandoli alle esigenze che i cambiamenti demografici richiedono (altro che blocco navale!); a livello locale tornando all’accoglienza diffusa, che faciliti l’accoglienza e una rapida inclusione delle persone straniere”.
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