Niente stop al cantiere pilota della Circonvallazione ferroviaria di Trento, che partirà come previsto martedì 16 agosto per concludersi entro la fine del mese.
Lo comunica il Comune di Trento in una nota oggi, mercoledì 10 agosto, aggiungendo che “l’opposizione di uno dei proprietari non impedisce a Italferr di procedere”.
Sul fronte campionamenti, “la pubblica utilità del progetto consente ad Rfi di usare gli strumenti legislativi previsti in questi casi per sbloccare la situazione in tempi brevi”, precisa il Comune di Trento. Come richiesto dal Consiglio comunale, Italferr potrà iniziare la campagna di monitoraggio per attualizzare i dati relativi ai vapori emessi dai terreni inquinati – gli ultimi a disposizione risalgono al 2015.
Questi dati saranno fondamentali per la redazione del progetto esecutivo della Circonvallazione ferroviaria, in appalto a breve.
Il cantiere pilota, in partenza dunque il 16 agosto, si concentrerà lungo la roggia degli Armanelli, sul sedime in cui è previsto il passaggio della ferrovia di proprietà di Rfi. Gli esperti di Italferr, come previsto dalla delibera approvata dal Consiglio comunale, faranno uno scavo monitorando in continuo e in collaborazione con l’Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente (Appa) le polveri e le emissioni di gas.
I risultati del cantiere pilota saranno importanti per orientare le tecniche e le metodiche che saranno adottate nel futuro cantiere della Circonvallazione ferroviaria, a ridosso delle aree inquinate e per garantire così adeguate condizioni di sicurezza sia a lavoratori sia a residenti.
Nel frattempo in una nota i consiglieri comunali di Futura Federico Zappini, Giulia Casonato, Nicola Serra e il consigliere provinciale di Futura Paolo Zanella chiedono di “lavorare per la bonifica integrale e la destinazione a pubblica utilità” dell’area ex Sloi.
“Non si può pensare di intervenire su uno dei 42 Siti di Interesse Nazionale (SIN) che presenta ‘caratteristiche di elevato rischio ambientale e sanitario’ – affermano – senza agire per metterlo in sicurezza nella sua interezza e definitivamente. Questo significa trovare i fondi per poter procedere alla bonifica integrale dell’area”.
Nell’ultimo Bollettino medico del Trentino si parla di 14 anni di mortalità anticipata per chi ha lavorato per anni all’interno della Sloi (QUI il link). “Come Futura – proseguono Zappini, Casonato, Serra e Zanella – crediamo che la strada da percorrere possa essere quella dell’esproprio per interesse pubblico prevalente, per consentire una bonifica dell’intera area, come in altre occasioni segnalato”.
L’esproprio per interesse pubblico e la bonifica vengono chieste non solo in vista della realizzazione del bypass ferroviario, ma anche “per liberare un’area vasta dall’inquinamento e ricucire una porzione importante di città dando piena attuazione a un piano di conversione ecologica che deve mettere al centro la salubrità ambientale“.
“Al momento è fondamentale mettere nelle condizioni Italferr di predisporre e svolgere le analisi dei terreni – concludono Nicola Serra, Giulia Casonato, Federico Zappini e Paolo Zanella – ostacolate dai privati proprietari dell’area interessata, anche attraverso l’esproprio, e accelerare l’attivazione, come anticipato oggi dall’assessore Facchin, dell’Osservatorio per l’ambiente e per la sicurezza del lavoro a tutela di cittadini e operai. È necessario proseguire il percorso intrapreso assieme alla Provincia con coraggio e determinazione, mettendo tra le priorità assolute il recupero di quel brano di città, che va restituito come verde urbano in compensazione del disastro ambientale perpetrato nel secolo scorso”.
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