Ogni giorno nell’Unione Europa 12 persone escono di casa, salutano i familiari, vanno al lavoro e non tornano più. Non vengono rapiti dagli alieni, muoiono mentre si stanno guadagnando lo stipendio. Una strage silenziosa, costante, alla quale ci siamo quasi abituati. Il motivo, nella grande maggioranza dei casi, è il mancato rispetto delle norme di sicurezza. Lo stesso che ha portato alla tragedia di Marcinelle nel 1956, quando la mattina dell’8 agosto nella miniera di carbone Bois du Cazier, in Belgio, un incendio uccise 262 lavoratori. Centotrentasei di loro erano emigrati italiani, 95 i belgi, 31 i minatori di altre nazionalità. Allora come oggi la brama del profitto porta a trascurare le procedure che salverebbero vite umane, forse considerate un “danno collaterale” accettabile, certamente non tutelate a sufficienza.
Maria Dolens da sempre invita a mettere in cima alla lista delle priorità le persone, specialmente se rischiano più di altri di non tornare a casa da un cantiere o da una fabbrica quando suona la sirena di fine turno. Anche per questo dal 2009 è gemellata con Maria Mater Orphanorum, la Campana che a Bois du Cazier ogni 8 agosto, alle 8.05, l’ora della tragedia, suona duecentosessantadue volte alternando a ogni rintocco il nome di una delle vittime. Gemellarsi significa per “le due Marie” fare memoria assieme, e per questo lo stesso giorno, sul Colle di Miravalle, La Campana dei Caduti suona eccezionalmente alle 12, per ricordare con i suoi cento rintocchi di Pace le tragedie che avvengono a qualsiasi latitudine, in qualsiasi epoca, anche nella nostra.
Ma non c’è rassegnazione, c’è voglia di ricordare per fare. Perché c’è da fare molto affinché le guerre non continuino a devastare il pianeta e le società umane che lo abitano. E c’è da tenere la guardia alta perché uomini e donne di qualsiasi Paese non debbano rischiare la vita ogni giorno per guadagnare uno stipendio. E bisogna farlo con costanza perché spesso a morire sono i lavoratori che hanno la paga più bassa e meno occasioni per dire la propria.
I dati Eurostat relativi al 2018, gli ultimi disponibili in un’analisi completa dell’ufficio di statistiche europeo, sono impietosi. La media comunitaria di decessi in incidenti è di 1,77 per ogni centomila lavoratori, quella italiana del 2,25. Si potrebbe andare avanti per vedere chi fa meglio e chi fa peggio, ma non è una gara, è una tragedia. E allora non dimentichiamoci di contare le vittime, ma cominciamo anche a perseguire con maggiore decisione il colpevole, che si fa chiamare con nomi diversi ma tutti riconducibili a un desiderio incontrollato che sembra non placarsi neppure se soddisfatto. Segni particolari avidità.
Marcello Filotei (direttore del mensile «La voce di Maria Dolens»)
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