Erano diverse decine gli attivisti che, nel tardo pomeriggio di sabato 23 luglio, hanno aderito anche in Trentino all’appello di Europe for Peace, che ha chiamato ad una mobilitazione nazionale per la pace in Ucraina, chiedendo di far tacere le armi e aprire un vero negoziato che porti ad una conferenza internazionale di pace. Inusuale il ritrovo della manifestazione: la spiaggia libera di Calceranica, da cui il colorato corteo pacifista si è incamminato, con bandiere, striscioni e musica, fino alla spiaggia di Caldonazzo, coinvolgendo nel flash mob la popolazione e i bagnanti.
Tante realtà promotrici, sia a livello nazionale che locale, tra cui la Rete italiana pace e disarmo, Cantiere di Pace, Associazione Libere pensatrici e insegnanti, Centro Pace Ecologia e Diritti umani di Rovereto, Forum trentino per la pace e i Diritti Umani, Stop the war now, Progetto Mean (Movimento Europeo azione non violenta).
“Siamo qui per la giornata nazionale indetta dalla Rete Pace e Disarmo. Parlare di disarmo e di pace vuol dire dare un senso all’attualità e al nostro futuro, creando una società che dà valore all’uomo. La guerra non è la soluzione, anzi: scatena un effetto domino in una società globalizzata, invadendo ogni ambito e spazio. Dire basta alla guerra è nell’interesse di tutti noi. È l’unica strada per provare a uscire da questo momento difficile”, ha detto a Vita Trentina Andrea Trentini, del Centro di Educazione alla Pace: “L’unica via possibile è quella di una soluzione negoziale ma non si vedono in questo momento vere iniziative politiche. Abbiamo bisogno di un’Europa di pace, che lavori all’interno delle Nazioni Unite, che metta al sicuro la pace e il nostro futuro”.
Presenta all’iniziativa, in rappresentanza dell’Associazione Libere Pensatrici e Insegnanti, che si è costituita da poco proprio per ragionare sui temi della pace a scuola, anche Alessia Ansalone: “Ci siamo unite alla manifestazione e siamo entrate nel comitato organizzatore della manifestazione per chiedere che tacciano le armi e parlino i negoziati. Siamo tante donne della società civile che si sono unite per dire basta. Quest’anno abbiamo trattato il tema della pace nelle classi. L’anno prossimo progetti ad hoc soprattutto su relazione internazionali e su percorsi di pace”.
“Bisognerebbe avere la forza di costruire una prospettiva politica al tema della pace“, ha aggiunto Walter Nicoletti: “Ma non si deve ragionare solo nell’ottica del sì o del no agli armamenti: c’è bisogno anche di pensare a un modello di sviluppo nuovo e di lavorare al riconoscimento della responsabilità umana nei cambiamenti climatici“.
“Dire basta alla guerra e alla folle corsa al riarmo è nell’interesse di tutte e tutti. È l’unica strada che ci può far uscire dalla crisi del sistema. L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha riportato la guerra nel cuore dell’Europa ed ha già fatto decine di migliaia di vittime e si avvia a diventare un conflitto di lunga durata portando conseguenze nefaste anche per l’accesso al cibo e all’energia di centinaia di milioni di persone, per il clima del pianeta, per l’economia europea e globale”, l’appello delle associazioni promotrici, che a livello nazionale raccolgono un variegato arco di reti, campagne, associazioni, sindacati. Ampia infatti l’adesione in tutta Italia alla giornata di Europe for Peace, che, “proprio nei giorni di crisi in cui la politica di Palazzo ha mostrato la corda e il Presidente della Repubblica ha dovuto sciogliere le Camere ridando la parola agli elettori – è stato ribadito dal movimento pacifista – hanno deciso di mettere in campo una proposta forte che dà voce alla maggioranza dell’opinione pubblica contraria all’invio delle armi e favorevole a iniziative concrete di pace.
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