Si è spenta a 85 anni nel pomeriggio di mercoledì 20 luglio a Lomè, in Togo, Maria Assunta Zecchini. Una Madre Teresa di Calcutta trentina in Africa che, per mezzo secolo, tutti i giorni, ha accolto decine di malati nel piccolo dispensario intitolato a “Maria Auxiliadora”.
Maria era originaria di Molina di Ledro, paese che ha lasciato in gioventù per frequentare gli studi e diplomarsi infermiera all’ospedale “Niguarda” di Milano. Ha lavorato alcuni anni all’ospedale di Riva del Garda ma le fu fatale un incontro con il gesuita padre Livio Passalacqua. “Mi ero rivolta a lui per un consiglio. Mi sarebbe piaciuto partire per dare una mano in Africa. Ero titubante. La mia famiglia poi non era per nulla soddisfatta. P. Livio mi disse semplicemente: segui la tua strada e vai”, raccontava Maria.
Era il 1968. Doveva essere un’esperienza di qualche mese, forse qualche anno. In Africa, Maria ha trovato l’uomo della sua vita, il medico pediatra togolese Jean Assimady, un’autorità in campo sanitario. L’ha sposato. Li ha separati la morte nel 2011 e lei ha deciso di proseguire, anche in sua memoria. Non hanno avuto figli. A ogni buon conto Maria aveva già adottato, dandole il cognome, una bambina orfana di qui. Francesca si è sposata con un infermiere italiano è venuta a vivere i Italia. Maria, invece, è rimasta a Lomé. A fare l’”Auxiliadora” e ad allevare altre decine di bambini, più che se fossero stati suoi.
E a chi le chiedeva cosa fosse il mal d’Africa, rispondeva così: ““Non so se c’è un mal d’Africa, ma se esiste quello ce l’ho io. È qualcosa che ti attira, è la gente, non lo so. È qualcosa di diverso da tutto”.
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