Colpisce anche gli alpeggi, l’emergenza siccità, con i pascoli che sono sempre più secchi e le pozze per abbeverare gli animali che rimangono asciutte a causa della mancanza di pioggia e delle alte temperature. La problematica emerge dal monitoraggio della Coldiretti sulla situazione in montagna, in riferimento all’ultima ondata di caldo che soffoca l’Italia con le città bollenti in un 2022 che in Italia si classifica nel primo semestre come l’anno più caldo di sempre che spinge la diffusione degli incendi insieme a precipitazioni praticamente dimezzate lungo la Penisola.
La situazione drammatica sui pascoli in altura coinvolge Il Trentino Alto Adige, ma anche Lombardia e Veneto, Piemonte ed Emilia, con prati secchi che costringono le greggi a spostarsi sempre più dentro nei boschi, caldo anomalo, fonti d’acqua in affanno con gli animali che rischiano di non avere da bere e in alcuni casi vengono dissetati da rifornimenti di emergenza trasportati con gli elicotteri, con le autobotti e con le cisterne trainate dai trattori.
“In Trentino Alto Adige – afferma il presidente regionale di Coldiretti Gianluca Barbacovi – la siccità sta impattando gravemente sugli alpeggi e sul settore zootecnico. La produzione di foraggio del secondo sfalcio è compromessa, si deve procedere a raccoglierlo velocemente per evitare di perderlo: la previsione è di avere una produzione di foraggio complessivamente ridotta del 30% con punte anche del 40%. Siamo in costante monitoraggio con i gestori delle malghe e con i nostri delegati, se continuano queste condizioni climatiche i danni saranno davvero seri, il manto erboso ne risentirà irreparabilmente con problemi di alimentazione del bestiame e problemi di gestione del bestiame al pascolo, con rischi di infortuni per scivolamento dovuto alla siccità”. Inoltre – avverte la Coldiretti – si potrebbe verificare una possibile demonticazione anticipata. Si rischia un ritorno a valle forzato e anticipato di diverse settimane per la difficoltà di approvvigionamento del fieno necessario per sfamare gli animali.
La situazione dei pascoli in montagna è molto critica – spiega Coldiretti – e in diverse zone si sta procedendo anticipatamente con il secondo taglio di fieno, per salvare il salvabile visto che dal punto di vista della quantità si sta raccogliendo il 40% del foraggio che invece si sarebbe in una stagione normale e molte aziende sono costrette ad acquistarlo a prezzi altissimi, quando riescono a trovarlo. “In montagna – sottolinea Coldiretti Trentino Alto Adige– gli effetti del cambiamento climatico si fanno sentire con un profondo cambiamento del paesaggio, dai pascoli ai ghiacciai. La mancanza di acqua sta mettendo in crisi un sistema fondamentale per l’agricoltura e l’allevamento in montagna mettendo a rischio produzioni tipiche, dai formaggi ai salumi. Un patrimonio conservato nel tempo – evidenzia Coldiretti Trentino Alto Adige – grazie alle imprese agricole che assicurano un impegno quotidiano per la salvaguardia delle colture agricole, la tutela del territorio dal dissesto idrogeologico e il mantenimento delle tradizioni alimentari”.
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