Un insetto pericoloso per i boschi del Trentino e in particolare per le foreste delle zone più colpite dalla tempesta Vaia dell’ottobre del 2018: la Provincia ha approvato oggi, venerdì 24 giugno, un Piano per contenere la diffusione del bostrico tipografo.
Secondo i dati del monitoraggio effettuato sul territorio, aggiornato al 2021, negli ultimi 3 anni il bostrico ha attaccato oltre 594 mila metri cubi di legname pari a circa il 15% dei danni provocati da Vaia, su una superficie complessiva di 5.300 ettari.
Cavalese, Primiero, Borgo e Pergine Valsugana: sono questi i distretti forestali più colpiti dal bostrico. Le 228 trappole installate sul territorio provinciale in collaborazione con la Fondazione Edmund Mach rappresentano una preziosa fonte di informazioni per conoscere la diffusione e l’evoluzione del bostrico e per attivare in tempo adeguate misure di controllo e mitigazione.
La diffusione del bostrico è destinata a proseguire ancora qualche anno, secondo le previsioni del Servizio foreste della Provincia. Le esperienze dei Paesi a nord delle Alpi – interessati in passato da estesi danneggiamenti dei boschi per schianti da vento – hanno dimostrato che le “pullulazioni” durano in media 5-6 anni, con la massima infestazione nel secondo e nel terzo anno e una riduzione progressiva in quelli successivi.
Nel 2021 le trappole che hanno segnalato il superamento della soglia “epidemica” delle catture, pari a 8mila individui per ogni “casetta” ed indice di popolazioni in fase di rapida crescita, sono state il 77%.
È possibile quindi un ulteriore aumento dei danni nel 2022, specialmente nel Trentino orientale, anche come conseguenza dell’inverno e della primavera appena trascorsi, che sono stati piuttosto caldi.
Nell’ultimo mese il volo degli insetti che hanno superato l’inverno è stato molto intenso e le catture medie per trappola a livello provinciale hanno superato i 10.000 individui, valore elevato se si considera la fase ancora precoce della stagione. L’annata, da un punto di vista entomologico, si prospetta quindi difficile.
Il documento approdato oggi sui banchi della Giunta su proposta dell’assessora provinciale competente, Giulia Zanotelli, fornisce un riferimento tecnico-specialistico per la gestione dell’epidemia di bostrico in corso.
Sulla durata effettiva dell’infestazione, e quindi sui danni complessivi, oltre alla velocità di asportazione delle piante contenenti gli insetti, incidono molto gli andamenti meteorologici più o meno favorevoli. Estati fresche e piovose accrescono la resistenza delle piante, mentre un effetto contrario può derivare da periodi caldi e siccitosi. Anche gli antagonisti naturali del bostrico, come predatori (coleotteri e picchi), parassitoidi (vespe) e funghi contribuiscono a far rientrare le fasi di picco.
L’individuazione precoce degli alberi infestati e il loro immediato abbattimento ed esbosco costituiscono la forma più efficace di lotta contro il bostrico. Nel caso invece le chiome siano già arrossate o grigie può essere conveniente, in determinati casi, lasciare le piante in bosco a protezione di quelle ancora sane delle aree circostanti. L’individuazione di nuovi focolai è assicurata dal personale forestale che, nello svolgimento delle proprie funzioni, garantisce in modo continuativo la sorveglianza sul territorio.
In aprile, intanto, è stata avviata una sperimentazione in collaborazione con la Fondazione Mach, per l’impiego del modello Phenips messo a punto e gestito dall’Istituto di Entomologia dell’Università di Vienna, con la quale è stato stipulato un accordo biennale. Per l’utilizzo del modello vengono utilizzati i dati meteorologici di temperatura, precipitazione e radiazione solare di 31 stazioni meteorologiche della rete di MeteoTrentino e 21 stazioni meteorologiche della rete della Fondazione Mach.
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