Un’intrigante selezione di fotografie che, attraversando culture e mondi giovanili, si fa motore di un vivace confronto fra generazioni: è stata presentata questa mattina, martedì 21 giugno, la mostra “Beata gioventù. Da Faganello a Instagram”.
L’inaugurazione è prevista per venerdì 24 giugno alle 17.30 nella cornice di Castel Belasi, a Campodenno, aperto di recente al pubblico dopo anni di impegnativi lavori di restauro e ora valorizzato anche come sede espositiva dell’Archivio fotografico storico provinciale.
“Gli scatti scelti rappresentano uno spaccato sociale – ha commentato Franco Marzatico, soprintendente per i beni culturali della Provincia di Trento -, quasi un’incursione di ‘archeologia domestica’ nella nostra comunità, che appare in profonda trasformazione, con l’innovazione portata dagli studenti, dalle lotte per l’emancipazione, dalle nuove mode e dalla nuova musica. Una dialettica interna che ci fa riflettere e vede però anche uno sguardo ironico da parte di Faganello“.
Marzatico ha sottolineato come l’archivio fotografico provinciale, con circa 1 milione e mezzo di foto, sia uno strumento di ricerca sorprendente che “ci permette di focalizzare un paesaggio culturale ed esperienze di vita sociale e collettiva”.
La presentazione della mostra in aula Kessler, nel Palazzo di Sociologia a Trento, è stata moderata dalle curatrici della mostra: Marta Villa e Katia Malatesta. Erano presenti, oltre a Marzatico, il direttore del Dipartimento di sociologia e ricerca sociale dell’Università di Trento Giuseppe Sciortino e il sindaco di Campodenno Daniele Biada.
L’iniziativa si incentra sull’opera del fotografo trentino Flavio Faganello (1933-2005), straordinario narratore per immagini che tra gli anni Sessanta e Settanta seppe cogliere tempestivamente i segni della fragorosa irruzione sulla scena della gioventù come “nuovo” soggetto sociale.
Alle fotografie dell’autore sono affiancati saggi, romanzi, riviste, citazioni da scritti con contemporanei e soprattutto delle canzoni in voga allora in quanto potenti veicoli di espressione, identificazione e aggregazione. La “colonna sonora” della mostra è disponibile su Spotify e su YouTube, cercando il titolo dell’esposizione.
Le testimonianze dei “giovani di ieri” sono poste in dialogo con una scelta di immagini del progetto del Centro Cultura Fotografica “Ti conosco mascherina”: nel 2021 la mostra ha confrontato l’esperienza della pandemia e il tema dell’alterazione della percezione del volto determinata dall’uso della mascherina, lasciandoci al contempo un’immagine di una gioventù trentina che nel tempo si è fatta più diversa e plurale.
“Beata gioventù” include anche delle foto raccolte attraverso il concorso fotografico amatoriale promosso in collaborazione con la Pro Loco Castel Belasi di Campodenno; un’iniziativa per sollecitare la partecipazione al progetto della comunità attraverso scatti ritrovati negli album di famiglia. I vincitori del concorso saranno annunciati e premiati il 24 giugno, nel corso della cerimonia inaugurale.
La mostra è una riflessione sul nostro tempo e sulla generazione “Z”, segnata dalla pandemia. Tre studentesse universitarie – attraverso il profilo Instagram dedicato, @mostra_castel_belasi – raccontano attraverso le immagini il mondo dei loro coetanei.
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