Da Banksy al leone alato di Vaia: ieri (sabato 18 giugno) sono state presentate le tre nuove mostre del Mart.
“In questo meraviglioso palazzo del Rinascimento – ha spiegato il direttore del museo Vittorio Sgarbi presentando in particolare la mostra di Banksy – era opportuno portare una porzione del mondo che è fuori, del mondo dove si muovono gli uomini, il capitalismo, le guerre. E far sentire come questa coscienza del mondo sia interpretata da un artista sconosciuto che è capace però di farci sentire quello che noi istintivamente sentiamo. Quindi un artista universale, che non si conosce, ma che a Trento mostra quello che ogni trentino ha dentro di sé”.
La mostra “Banksy. L’artista del presente. An unauthorized exhibition” ha aperto oggi, domenica 19 giugno, e resterà visitabile fino all’11 settembre al Palazzo delle Albere. L’esposizione propone un Banksy non commerciale, trattato come se fosse un grande artista classico. Nasce da un’idea di Vittorio Sgarbi, ed è curata da Stefano Antonelli e Gianluca Marziani.
“Una mostra che racconta il senso dell’insorgenza artistica degli anni 2000 – spiega Pietro Folena, presidente di MetaMorfosi, che ha collaborato alla mostra – di cui l’anonimo artista di Bristol è il massimo esponente mondiale. Approfondendo la riflessione sull’arte urbana di Banksy attraverso una prospettiva accademica, la mostra apre sull’artista una visuale inedita. Noi ci occupiamo di questo artista con lo stesso metodo che usiamo per i grandi del Rinascimento. Con noi, anche Banksy diventa un ‘classico’, studiato e proposto con rigore e qualità”.
“Eccentrici, Apocalittici, Pop. Inferno e delizia nell’arte contemporanea” è esposta invece alla Galleria Civica di Trento sempre a partire da oggi e fino al 2 ottobre.
In mostra il lavoro di pittori e writer attivi sulla scena italiana, che hanno raccolto e interpretato le istanza di quella che è ormai è diventata una tendenza globale. Le fonti di ispirazione sono quelle della cultura di massa: cinema, fumetto, letteratura, games, manga, illustrazione, web, ma anche serie tv oppure delle geografie urbane metropolitane: street art, graffittismo, murales.
Non mancano critiche alla società capitalistica e consumistica, universi distopici, scenari destabilizzanti, disturbanti o irreali.
Proprio in questi giorni, tra Piazza Pasi e Piazza Lodron, a Trento, è spuntato un “bacio irriverente” tra Putin e Zelensky. L’opera appartiene all’artista Ozmo, uno degli espositori della mostra “Eccentrici, Apocalittici, Pop”. Un invito originale e provocatorio alla pace.
La mostra si snoda tra lavori di Nicola Caredda, Luciano Civettini, Vanni Cuoghi, Ilaria Del Monte, Fulvio Di Piazza, Zoe Lacchei, Marco Mazzoni, Fatima Messana, Giovanni Motta, Laurina Paperina, Giuseppe Veneziano, Nicola Verlato, Vesod. Completano il progetto 4 interventi site-specific di El Gato Chimney, Massimo Giacon, Ozmo, Pao.
Infine, fino al 23 ottobre ci sarà anche il “Leone alato” di Marco Martalar nel giardino del Muse di Trento. “Martalar. Spazio collettivo, spazio naturale” ospita due monumentali installazioni realizzate con gli alberi abbattuti dalla tempesta Vaia: oltre al leone alato, alto 4 metri, c’è anche “Il grido”. Quest’ultima scultura è stata posizionata all’interno del Palazzo delle Albere, in una sala voltata al piano terra.
L’autore, Martalar, è diventato celebre lo scorso inverno con il Drago Alato di Magré, frazione di Lavarone, nell’Alpe Cimbra.
Le due sculture allestite a Trento proseguono lo stesso filone di ricerca: con queste opere Martalar indaga le dicotomie umano/animale, cultura/natura, dentro/fuori, nella complessa definizione dei confini fra spazio antropico e spazio della natura, fra luoghi deputati all’azione culturale e sociale collettiva e luoghi da rispettare nella loro dimensione selvaggia e incontaminata.
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