Mons. Armando Costa, divulgatore e storico della diocesi di Trento, è morto questa notte alla Casa del clero, il soggiorno per sacerdoti anziani presso il Seminario. Aveva 95 anni. Ne ha dato notizia il vescovo Lauro Tisi in occasione della presentazione del bilancio 2021 dell’Arcidiocesi di Trento, questa mattina nell’aula magna del Collegio Arcivescovile.
Canonico della Cattedrale dal 1978, di cui fu anche decano in anni cruciali per la Chiesa di Trento, mons. Costa ha trascorso gli ultimi anni della sua lunga vita nel silenzio: una scelta programmaticamente dichiarata in occasione della presentazione del suo “monumentale” lavoro sulla storia dei vescovi e dei cardinali riconosciuti come “trentini” per aver guidato la Chiesa locale o perché in Trentino erano nati o avevano radici di famiglia; un lavoro certosino frutto di anni di lavoro e della collaborazione di numerosi Centri di ricerca e di singoli appassionati delle scienze storiche, che si era tradotto in un’opera di quasi mille pagine. Ma mons. Costa aveva continuato a tenere aperte le pagine della sua ricerca, a servizio della comunità.
Direttore per oltre trent’anni dell’Ufficio Stampa della Diocesi (1967-2000), con i vescovi Alessandro Maria Gottardi, prima, e Giovanni Maria Sartori, poi, docente in Seminario, mons. Costa ha firmato una trentina di pubblicazioni di taglio storico/divulgativo, tra cui si elevano per importanza “I Vescovi di Trento” (del 1977 la prima edizione) e, soprattutto, il citato, poderoso volume su “Cardinali e vescovi Tridentini” (Vita Trentina Editrice, 2014; poi aggiornato e ristampato) . Tantissime anche le pubblicazioni sulla sua amata “Ausugum”, Borgo Valsugana che gli aveva dato i natali 95 anni fa.
Nella sua attività editoriale è da segnalare anche la cura puntuale della Rivista Diocesana Tridentina, dell’Annuario e di altre pubblicazioni. Collaboratore del quotidiano l’Adige (dove teneva una rubrica settimanale), animatore del periodico “Strenna Trentina”, era per i colleghi giornalisti e per molti studiosi una fonte rara e sempre disponibile.
Nel suo lavoro di scavo e di compilazione sui personaggi della Chiesa trentina lo guidava, come ebbe a dire, “l’ amore per la Chiesa trentina e il suo presbiterio”, ma anche l’apprezzamento per “la vitalità di questa schiera di apostoli che hanno reso e rendono testimonianza del Vangelo in ogni parte del mondo in una missione sempre difficile e talvolta addirittura eroica”.
“E’ stato l’uomo delle istituzioni. Ha servito diversi vescovi, sempre con grande lealtà e dedizione. Ha abitato il Palazzo della Curia in maniera fedele, puntuale, da uomo, ripeto, dedicato all’istituzione. E’ stato un comunicatore equilibrato, volto a dare della Chiesa un o sguardo sereno e positivo”. L’arcivescovo Lauro Tisi ricorda con queste parole mons. Costa, consegnando a Vita Trentina un ricordo particolare: “Mi ha colpito di lui che fino all’ultimo continuava a raccogliere articoli, ritagli di stampa, documentazione in vista di ulteriori pubblicazioni. Anche se negli ultimi giorni mi ha detto: ‘Don Lauro, è giunto il momento di lasciare; sono stanco e sento che non mi resterà ancora molto’. E ieri, quasi presago, ha detto: ‘Penso che questa notte vi lascerò’. E così è stato”.
Nell’aprile di quest’anno era stato festeggiato dagli amici e colleghi dell’Unione Cattolica stampa italiana (Ucsi), al Vigilianum nel corso dell’ assemblea annuale dei soci della sezione trentina, di cui era stato storico assistente spirituale. Tanti ricordi, tanti aneddoti ed un po’ di commozione quando, in segno di gratitudine per il lavoro svolto a fianco dei giornalisti cattolici, gli era stata consegnata una targa d’argento.
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